Austria, falliscono i colloqui di governo. Il cancelliere Nehammer pronto a dimettersi
Scossone politico in Austria, dove sono falliti i colloqui tra i due maggiori partiti centristi, i popolari dell’ÖVP e i socialdemocratici dell’SPÖ, finalizzati a formare un governo di coalizione senza l’FPÖ, il Partito della Libertà di estrema destra, vincitore delle elezioni di settembre ma escluso perché nessuno voleva governare con il suo leader Herbert Kickl. Lo ha annunciato il cancelliere Karl Nehammer, un giorno dopo che il partito liberale Neos aveva già abbandonato i negoziati, fino a quel momento a tre.
«Mi dimetterò da cancelliere e da leader del Partito Popolare nei prossimi giorni e consentirò una transizione ordinata», ha dichiarato Nehammer in un video postato su X. «Un accordo sui punti chiave non è possibile, quindi per il bene dell’Austria non ha senso continuare», ha aggiunto.
Nel suo messaggio video, Nehammer ha attribuito ai socialdemocratici la responsabilità del fallimento di negoziati apparsi ostici sin da subito dopo le elezioni a diversi analisti, viste le differenze nell’agenda dei due partiti. «È evidente che le forze distruttive all’interno dell’SPÖ hanno prevalso», ha detto, sottolineando che i popolari non accetteranno nessun programma che danneggi la competitività economica. Il leader socialdemocratico Andreas Babler ha invece espresso rammarico per la scelta dei popolari di porre fine ai negoziati. «Questa non è una buona decisione per il nostro Paese», ha detto. Babler ha aggiunto che uno dei principali ostacoli riguarda il modo di risanare il «deficit record» lasciato dal precedente governo.
Nehammer, ormai dimissionario, ha ribadito di non essere pronto a formare una coalizione con il partito di estrema destra FPÖ. «È mia profonda convinzione che gli estremisti non offrano una soluzione a nessun problema», ha affermato. Però un’ala dei popolari, di cui va ricordato Nehammer lascerà anche la presidenza, appare favorevole ad una coalizione con il Partito della libertà, con cui condivide soprattutto l’agenda pro business.
Non si può dunque ancora escludere una coalizione dei popolari con l’FPÖ, con incarico magari assegnato questa volta al partito di Kickl, che peraltro si è ulteriromente rafforzato nei sondaggi rispetto al 29% ottenuto a settembre. La palla passa a questo punto al prfesidente Alexander van der Bellen. L’unica alternativa è il ritorno alle urne.
Fonte: Il Sole 24 Ore