Auto e multe miliardarie, Acea alla Ue: «Fare chiarezza entro l’anno»

Auto e multe miliardarie, Acea alla Ue: «Fare chiarezza entro l’anno»

Le scarne battute della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, circa un rinvio della discussione all’inizio del 2025 e la richiesta di alcuni Paesi, inclusa l’Italia, di un vertice europeo sull’emergenza automotive a marzo non sono sono state sufficienti a tranquillizzare l’industria. I produttori di auto e furgoni europei, con un comunicato dell’Acea, l’associazione continentale dei costruttori, hanno esortato i decisori dell’Ue a «fare chiarezza su occupazione e investimenti entro la fine dell’anno, al fine di sostenere piuttosto che ostacolare la transizione verde e di evitare danni inutili alla competitività dell’Europa».

I costruttori, insomma, sono molto allarmati dall’imminenza dell’entrata in vigore nel 2025 dei nuovi limiti alle emissioni di CO2. Perché nessuna decisione è stata presa a Bruxelles, nonostante i ripetuti allarmi circa il fatto che il nuovo regime possa costringerli a tagliare la produzione, con pesanti conseguenze per l’occupazione per un settore che dà lavoro a oltre 13 milioni di persone, il 10,3% dei posti nella manifattura,

L’industria europea rimane impegnata nell’obiettivo Ue di neutralità climatica entro il 2050 e nella transizione verso una mobilità a zero emissioni. Tuttavia, ha dichiarato il presidente dell’Acea, Luca de Meo, «senza una chiara dichiarazione politica da parte della Commissione europea entro la fine del 2024, come richiesto anche dai governi di Germania, Francia, Italia e altri paesi europei, l’industria automobilistica rischia di perdere fino a 16 miliardi di euro in capacità di investimento. Questo potrebbe avvenire sotto forma di sanzioni, riduzione della produzione, accordi di pooling con concorrenti stranieri o vendita di veicoli elettrici in perdita. Aspettare l’inizio del Dialogo strategico della Commissione sul futuro dell’industria automobilistica o la revisione della legislazione sul CO2 prevista per il 2026 non è un’opzione, per quanto entrambi siano benvenuti e necessari. I produttori hanno bisogno di chiarezza ora per finalizzare le strategie di conformità, predisporre accordi di pooling e prendere altre misure per il 2025».

Gli obiettivi normativi e l’offerta di auto da soli non bastano, secondo Acea. «La transizione deve essere guidata anche dal mercato. Tuttavia, le vendite di veicoli elettrici sono attualmente stagnanti intorno al 13% di quota di mercato, ovvero 10 punti percentuali al di sotto di quanto necessario, e questo divario è troppo ampio per essere colmato in tempo. Una dichiarazione tempestiva e inequivocabile di supporto in questo momento cruciale della transizione è fondamentale per garantire la competitività e i posti di lavoro lungo tutta la catena del valore».

«In un sistema ben funzionante, il pagamento delle sanzioni dovrebbe essere l’eccezione, non la regola – ha affermato de Meo -. Ed evitare le sanzioni dovrebbe basarsi su solide basi economiche, non causare danni». Le case automobilistiche affiliate ad Acea hanno investito 250 miliardi di euro nella transizione verso la mobilità verde, che, sostengono, «non sta procedendo come previsto». Pur in condizioni di mercato difficili attenersi alle regole in vigore, secondo Acea, «potrebbe causare danni potenzialmente irreversibili».

Fonte: Il Sole 24 Ore