Auto elettriche, anche Fisker fallisce. Passività fino a mezzo miliardo

La disperata corsa al salvataggio, con una vendita sottocosto dei suv Ocean in stock, non è riuscita. Il produttore californiano di veicoli elettrici Fisker ha presentato istanza di protezione dalla bancarotta (Chapter 11) lunedì sera, con l’intento di vendere i propri beni e ristrutturare il debito, dopo aver esaurito rapidamente le risorse finanziarie per la distribuzione negli Stati Uniti e in Europa. Le vendite non hanno soddisfatto le aspettative. Nel 2023 sono stati prodotti 10.193 esemplari del suv elettrico da 700 km di autonomia, meno di un quarto dell’obiettivo, e ne sono stati venduti appena 4.929. I ricavi hanno toccato i 273 milioni di dollari a fronte di perdite nette per 762 milioni. Il titolo Fisker ha toccato un top di 28,50 dollari nel febbraio 2021, per poi affondare definitivamente nel corso del 2024.

Produttori di veicoli elettrici come Proterra, Lordstown e Electric Last Mile Solutions sono anch’essi falliti negli ultimi due anni a causa dell’esaurimento delle riserve di cassa, difficoltà di raccolta fondi e problemi nella produzione dovuti a problemi globali nella catena di approvvigionamento. Anche le auto di Fisker sono state oggetto di indagine da parte delle autorità statunitensi per ragioni di sicurezza.

L’azienda di Manhattan Beach, fondata nel 2016 dal designer Henrik Fisker, un passato prestigioso da progettista della Bmw Z8 e dell’Aston Martin V8 Vantage, che ha un altro fallimento analogo alle spalle (fine 2013), aveva segnalato dubbi sulla sua capacità di rimanere in attività a febbraio e, un mese dopo, i suoi tentativi di ottenere un’iniezione di liquidità dalla giapponese Nissan per un progetto di pick up elettrico sono falliti, costringendola a ridurre le operazioni.

«Come altre aziende nel settore dei veicoli elettrici, abbiamo affrontato vari ostacoli di mercato e macroeconomici che hanno influenzato la nostra capacità di operare in modo efficiente», ha dichiarato Fisker martedì mattina. «Dopo aver valutato tutte le opzioni per la nostra attività, abbiamo deciso che procedere con la vendita dei nostri beni sotto l’ombrello protettivo del Chapter 11 è il percorso più praticabile».

L’azienda è anche in trattative avanzate con i finanziatori per un finanziamento debtor-in-possession, senza fornire ulteriori dettagli.

Fonte: Il Sole 24 Ore