Auto elettriche, l’infrastruttura di ricarica può diventare un’opportunità

Auto elettriche, l’infrastruttura di ricarica può diventare un’opportunità

Può l’infrastruttura di ricarica passare dall’essere una delle principali sfide per la crescita dell’auto elettrica ad un’opportunità di business? Sì, secondo l’analisi EY sull’infrastruttura di ricarica elettrica in anteprima per Il Sole 24 Ore. Nonostante i numeri siano ancora contenuti – oggi i veicoli elettrici rappresentano solo l’1,5% dei 326 milioni del parco auto totale europeo – secondo EY la quota crescerà fino a 65 milioni di veicoli entro il 2030 e raddoppierà a 130 milioni di veicoli entro il 2035.

La rete di ricarica in Europa

La crescita della mobilità elettrica presenta opportunità trasversali. La collaborazione tra gli ecosistemi, in particolare dell’infrastruttura di ricarica, sarà fondamentale per la crescita dell’intero comparto. Attualmente, ci sono 374 mila punti di ricarica accessibili al pubblico in Europa, cresciuti del 40% nel 2021. Ma il numero di caricabatterie nelle varie aree geografiche rimane disomogeneo. Paesi come Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito rappresentano più del 60% del totale delle stazioni di ricarica accessibili al pubblico. Tuttavia, sono 10 i Paesi europei che non hanno una sola stazione di ricarica ogni 100 km di strada.

Le previsioni di EY sui 27 Stati membri dell’Unione Europea, oltre a Regno Unito, Norvegia e Svizzera, indicano che l’Europa avrà bisogno di circa 14 milioni di caricabatterie entro il 2025, aumentando a 34 milioni entro il 2030 e circa 65 milioni entro il 2035. I caricatori domestici faranno da apripista, rappresentando l’85% dello stock complessivo, equivalente a quasi 30 milioni di caricatori entro il 2030 e 56 milioni entro il 2035. Negli ultimi tempi si è rafforzata la consapevolezza che, senza un’adeguata infrastruttura di ricarica, la produzione di veicoli elettrici non può raggiungere il massimo delle capacità. Sia la ricarica regolare che la ricarica rapida, se calibrate adeguatamente, possono produrre un tasso di rendimento interno (IRR) superiore al 20% con un ritorno dell’investimento da 4 a 5 anni.

Le opportunità

Oltre ad alimentare i veicoli elettrici, quali saranno le opportunità legate alle infrastrutture di ricarica? Secondo l’analisi di EY non mancheranno soluzioni di cambio di batterie: quando il prezzo delle batterie diventerà più competitivo e le batterie saranno più standardizzate nel settore, si potrà creare una soluzione di scambio di batterie che potrebbe accelerare i tempi di ricarica per i proprietari di veicoli elettrici. La seconda opportunità arriverà dal Vehicle-to-grid: nei periodi di inattività, le batterie dei veicoli elettrici possono essere considerate un punto di produzione di energia per fornire energia alla rete quando necessario e i prezzi sono alti. A questi due punti si aggiungerà l’elettrificazione delle flotte e Mobilità come servizio (MaaS): più che la semplice installazione dell’infrastruttura di ricarica, alcuni operatori del settore stanno prevedendo l’opportunità di convertire la flotta di veicoli aziendali in una flotta elettrica. Nonostante sia ancora in fase nascente, questa idea maturerà con l’ingresso sul mercato di operatori con la giusta combinazione di risorse finanziarie e competenze tecniche.

Tipologie di ricarica

I diversi tipi di infrastrutture di ricarica hanno diversi vantaggi per gli utilizzatori, richiedendo di conseguenza diversi livelli di sostegno pubblico, e al tempo comportano una serie di sfide da affrontare per le aziende del settore energetico. La ricarica domestica continuerà a essere la forma di ricarica più diffusa, con una copertura superiore all’85%. L’infrastruttura di ricarica può essere inoltre semplificata in quanto non è necessario riconoscere l’utente o gestire una fatturazione separata. Inoltre, lo strumento sarà di proprietà dell’utente, acquisito o insieme alla prima vettura o come altri strumenti tecnologici (negozi fisici e online). Le utility sono nella posizione migliore per costruire un solido business case per l’infrastruttura di ricarica domestica, dal punto di vista del brand e dell’infrastruttura operativa. Il vantaggio competitivo per le utility è che hanno già una base di clienti incorporata, il caricabatterie è standard, più facile da fornire, e sono abituate a reclutare e certificare installatori che possono inviare una volta ricevuto l’ordine da parte dei clienti. I punti di ricarica presso i luoghi di lavoro o le destinazioni più comuni (centri commerciali, parcheggi, ristoranti) mostrano un interesse crescente. Rivenditori, strutture ricettive, parcheggi cittadini, parcheggi di città e luoghi di lavoro vedono nei Cpo (charge point operator) i referenti più di successo.

Fonte: Il Sole 24 Ore