Auto, la Cina vuole i marchi storici Innocenti e Autobianchi

Attrarre nuovi investitori esteri. È il cruccio del governo Meloni che, fin dagli esordi, ha promosso un rafforzamento della struttura che se ne occupa presso il ministero delle Imprese e del made in Italy. E, strada facendo, è maturata l’idea di inserire nel portafoglio delle proposte anche qualche marchio storico che possa risultare particolarmente d’appeal, magari per case automobilistiche cinesi che potrebbero arrivare in Italia per affiancare, con 300-400mila vetture, la produzione di Stellantis.

I contatti con le case cinesi

Le discussioni vanno avanti da mesi sull’asse Roma-Pechino: prima Byd, Great Wall Motors poi, in modo più concreto, e sempre con focus sulle auto elettriche, Chery Automobile, Dongfeng e Jac i cui vertici sono stati incontrati dal ministro Urso nella recente missione a Pechino. Secondo alcune fonti industriali, in questi mesi sul tavolo è finita anche l’ipotesi di fregiarsi di un marchio “made in Italy”, meglio ancora se storico, per la produzione localizzata in Italia e con determinate garanzie per la componentistica nazionale. Operazione alla stregua di quanto accaduto, ad esempio, in Inghilterra con il passaggio del marchio MG ai cinesi della Saic.

Le nuove norme e il nodo Stellantis

In Italia sono iniziati a circolare i nomi di Innocenti e Autobianchi. E qui a dire il vero la questione si fa piuttosto complessa. Su questi marchi, che fanno parte dell’immaginario vintage dell’industria automobilistica italiana, resta la titolarità del gruppo Stellantis e qualche tempo fa erano apparse anche ipotesi di un loro rilancio per segmenti di mercato low cost. Il lungo periodo di non utilizzo attivo però ha acceso la fantasia del governo. A metà aprile, secondo quanto riferito all’epoca da fonti del ministero, nel pieno della contesa sull’utilizzo del nome “Milano” per l’ultimo modello Alfa Romeo da produrre in Polonia, ci furono interlocuzioni tecniche con Stellantis sul tema dell’italian sounding, sul nuovo regolamento Ue che tutela le indicazioni geografiche per i prodotti manifatturieri, ma anche sull’argomento marchi storici. La nuova disciplina sul possibile passaggio al ministero di marchi storici – quelli inutilizzati da almeno cinque anni o quelli oggetto di un processo di cessazione da parte dell’azienda titolare – è una strumentazione che entrerà in vigore a breve, dopo la registrazione da parte della Corte ei conti del decreto attuativo. Ma la sua reale applicabilità per la cessione su licenza in casi come Innocenti e Autobianchi sarebbe tutta da verificare.

Il registro Uibm

È più che un indizio delle intenzioni del governo però – e non solo una curiosità – quanto si può leggere nel registro ufficiale dell’Ufficio italiano brevetti e marchi consultabile su internet. Il ministero delle Imprese e del made in Italy ha fatto domanda e ha ottenuto la registrazione da parte dell’Ufficio (che è una costola dello stesso ministero) di un marchio Innocenti e di un marchio Autobianchi, con caratteristiche grafiche diverse però da quelli sui quali risultano tuttora diverse registrazioni con titolare Fca Italy o Fiat Group Automobiles. Entrambi i marchi sono stati registrati con titolarità Mimit il 28 marzo 2024, dopo domanda depositata il 10 novembre 2023. Resta da scoprire se resteranno lì nel cassetto oppure, al netto di possibili contestazioni, torneranno utili nei negoziati in corso con i costruttori cinesi.

Fonte: Il Sole 24 Ore