Automotive, i sindacati annunciano una mobilitazione unitaria

Una manifestazione unitaria dei sindacati metalmeccanici a sostegno dell’automotive. Martedì 24 settembre Fim, Fiom e Uilm presenteranno a Roma l’iniziativa, che arriva in una fase molto complessa per il settore, tanto in Italia quanto in Europa, nella quale ad un rallentamento dei volumi si è unita, negli ultimi mesi, una decisa frenata delle immatricolazioni di auto elettriche, che hanno perso un punto di market share, nonostante gli incentivi in paesi come l’Italia, la Francia e la Spagna.

Al centro dell’iniziativa c’è la situazione degli stabilimenti Stellantis in Italia. «Servono investimenti e nuovi modelli, ma senza nuovi ammortizzatori sociali per molti stabilimenti di Stellantis e dell’indotto, il rischio di licenziamenti potrebbe investire circa 25 mila lavoratori», questa la denuncia della Fim Cisl contenuta nel documento realizzato dal coordinamento Stellantis dei metalmeccanici della Cisl.

«La situazione è critica. In assenza di una netta inversione di direzione – dice la Fiom nel documento presentato alla direzione nazionale – rischia di essere complessivamente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale». Inevitabile guardare con preoccupazione a quanto sta accadendo al Gruppo Volkswagen, «che se non adeguatamente affrontato – aggiungono i metalmeccanici della Cgil – rischia di produrre un autentico terremoto per tutta l’industria dell’Automotive nel continente, mentre in Usa e Cina difendono l’industria con fortissimi investimenti».

Per descrivere la fase che l’automotive sta attraversando, la Fiom mette in fila tre elementi: il primo è che la produzione nel 2024 è in forte calo e nel primo semestre dell’anno sono state prodotte il 30% di auto in meno rispetto l’analogo periodo dello scorso anno, tutto questo nonostante il Governo abbia concesso quasi un miliardo di euro per gli incentivi all’acquisto. C’è poi l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. che sta crescendo ovunque. Infine pesa la strategia di riduzione del numero di dipendenti attraverso gli incentivi all’esodo, sono poco meno di 4.000 fino alla primavera scorsa, con il contestuale blocco delle nuove assunzioni.

Diventa indispensabile con Stellantis, analizzano i sindacalisti della Fim, «rendere vincolanti gli impegni già assunti sui nuovi modelli e le piattaforme medium e large e richiedere che venga assegnata in Italia anche la piattaforma small e i relativi altri modelli».

Fonte: Il Sole 24 Ore