Automotive: Mirafiori vicina ai minimi storici, la cig dura da 17 anni

Automotive: Mirafiori vicina ai minimi storici, la cig dura da 17 anni

La crisi dell’industria italiana dell’auto è scritta nei numeri di Mirafiori e Melfi, il più antico e il più “giovane” tra gli stabilimenti Stellantis in Italia. Se l’anno scorso lo stabilimento storico di Torino ha raggiunto le 80mila unità, quest’anno, complice il crollo dei numeri della Fiat 500 elettrica e la fine della produzione della Maserati Levante, i volumi potrebbero attestarsi tra le 30 e le 40mila unità, avvicinandosi al minimo storico toccato tra 2013 e 2016 e nel 2019.

Oggi alle Carrozzerie di Mirafiori, dove si fa l’assemblaggio finale delle auto – Fiat 500 elettrica e Maserati GT e GC – è tutto fermo fino al 6 giugno, dalle linee produttive non esce un solo modello. L’azienda ha aperto una finestra per le uscite volontarie su un migliaio di posizioni: in una settimana hanno già firmato in 300 tra le tute blu e procede a ritmo serrato anche l’adesione tra ingegneri e tecnici.

«Per Mirafiori chiediamo un modello capace di produrre volumi, da affiancare alle produzioni in corso» ricorda il segretario nazionale della Fim-Cisl Ferdinando Uliano. I sindacati metalmeccanici chiedono da settimane un incontro urgente al Governo, sono tornati sul punto dopo le parole del ceo di Stellantis, Carlos Tavares, durante la call dedicata alla collaborazione con Leapmotor durante la quale Tavares ha escluso, al momento, possibili ricadute industriali in Italia e in Europa.

«Gli ultimi anni buoni per Mirafiori – analizza Edi Lazzi, segretario regionale della Fiom di Torino – sono stati quelli tra il 2006 e il 2007, con una produzione pari a 218mila auto. Dal 2008 in avanti è iniziata la cassa integrazione e il 2024 è il 17esimo anno consecutivo di ammortizzatori sociali per i lavoratori di Mirafiori, che nel frattempo si sono dimezzati a quota 12mila».

Quello che è successo negli anni è che Mirafiori ha dismesso modelli, arrivando ad una “sella negativa” di 21mila unità prodotte nel 2019, dieci volte meno rispetto all’ultima fase di pieno impiego delle capacità della fabbrica. «Fuori da Mirafiori è successo un vero e proprio disastro, con la componentistica in ginocchio. Secondo una ricerca curata dalla Fiom di Torino – aggiunge Lazzi – dal 2008 a fine 2023 hanno chiuso 500 aziende nel settore metalmeccanico nella sola provincia di Torino 35mila addetti licenziati, tra ridimensionamento e chiusure. In questo contesto l’auto ha pesato tra il 70 e l’80%».

Fonte: Il Sole 24 Ore