Autovelox sequestrati in tutta Italia: mancano omologazioni e prototipi

Autovelox sequestrati in tutta Italia: mancano omologazioni e prototipi

I punti chiave

  • I sequestri in tutta Italia e le accuse
  • Mancanza di omologazione
  • Omesso deposito del prototipo
  • Precedenti ed esiti

Lunedì 29 luglio la Polizia stradale di Cosenza ha sequestrato alcuni misuratori di velocità (sia puntuale sia media) T-Exspeed v 2.0 installati lungo le statali 106 e 107 e la provinciale 234.

I sequestri in tutta Italia e le accuse

Il sequestro, disposto dal gip di Cosenza, ha riguardato anche apparecchi dello stesso tipo in varie parti d’Italia: nel comunicato diramato dalla Polizia stradale, si citano Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico (Matera), Cerignola (Foggia), Pianezza (Torino), Piadena (Cremona), Formigine (Modena), Arcola (La Spezia), Carlentini (Siracusa) e San Martino in Pensilis (Campobasso).

Per quanto si evince dal comunicato, si indaga per frode in pubbliche forniture, su due fronti: la mancanza di omologazione e l’omesso deposito del prototipo del T-Exspeed v 2.0. Problemi comuni a vari modelli di dispositivi largamente usati da decenni su tutta la rete viabile italiana.

Mancanza di omologazione

Il fronte dell’omologazione, da lungo tempo al centro di controversie, è stato recentemente riacceso dalla sentenza 10505/2024, in cui la Cassazione ha ritenuto che il ministero delle Infrastrutture deve omologare misuratori di velocità e non semplicemente approvarli (procedura che l’articolo 192, comma 3 del Regolamento di esecuzione del Codice della strada riserva ai casi in cui il Regolamento stesso «non stabilisce le caratteristiche fondamentali o particolari prescrizioni»).

Omesso deposito del prototipo

Anche il rispetto dell’obbligo di depositare il prototipo (imposto dall’articolo 192, comma 2 non solo ai misuratori di velocità, ma a tutti i dispositivi soggetti a omologazione o, per quanto possibile, approvazione) è stato già al centro di casi giudiziari, anche penali. Che però, a quanto risulta dalle cronache, non hanno sinora portato a condanne significative.

Fonte: Il Sole 24 Ore