Aziende e collezionisti milanesi aprono le proprie porte in occasione del miart
L’arte sembra essere tornata social, e no per una volta Instagram non centra, la socialità è di nuovo dal vivo e molto mondana; l’art week che fa da contorno a miart (16-19 settembre) si dirama senza sosta in eventi organizzati da collezionisti privati e aziende in onore degli artisti.
Ecco allora un calendario dei più interessanti eventi privati per mettere un po’ di ordine e, soprattutto, per mettere in luce nuovi personaggi e nuove tendenze.
Ha anticipato tutti inaugurando la settimana del Salone del Design Brendan Becht, collezionista olandese, che ospita nel suo ristorante Zaza Ramen la mostra di Thomas Berra “Usva Utu Sumu” (prezzi dai 2.000 ai 7.500 euro e rappresentato da UNA Galleria), giovane artista italiano di base ad Helsinki che si è impossessato del locale con un wall painting dal sapore fiabesco. La programmazione artistica di Zaza prevede l’inaugurazione di una nuova mostra ogni sei mesi seguendo in qualche modo una tradizione di famiglia. I Becht sono, infatti, tra i più importanti collezionisti olandesi, ed è appunto tradizione famigliare ospitare cene in onore degli artisti. Correvano gli anni 60′ quandoi coniugi Becht organizzavano ricevimenti per celebrare le mostre dello Stedelijk Museum di Amsterdam: anche Yayoi Kusama e Lucio Fontana si sono seduti alla loro tavola.
Martedì 14
Inaugura Ordet con una mostra personale di Jeremy Shaw (Canada, 1977) “tracer recordings” (prezzi dai 4.000 ai 40.000 euro per l’artista di Koenig Galerie) per una produzione molto varia nei media utilizzati e che, spesso, affronta tematiche forti come l’esperienza trascendentale o l’alterazione di coscienzaOrdet è uno spazio no-profit guidato da Edoardo Bonaspetti e Stefano Cernuschi, ad ospitare la cena ci pensa il collezionista Massimo Giorgetti, patron principale di Ordet e stilista a capo del brand MSGM, uno dei marchi più iconici del made in Italy contemporaneo, soprattutto, tra quelli nati dopo il famigerato 2008 e che, non a caso, supporta uno degli spazi milanesi che più seriamente si dedica alla ricerca.
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Mercoledì 15
Spazio Leonardo, agenzia assicurativa a Porta Nuova legata alle Assicurazioni Generali, che da tre anni ospita e colleziona arte contemporanea, mette in mostra gli arazzi di A Collection associazione che fa capo all’imprenditore tessile Giovanni Bonotto e alla curatrice Chiara Casarin, per l’occasione saranno presentati sei nuovi arazzi realizzati e firmati da Bonotto stesso in collaborazione con sei artisti tra cui Marc Bauer (Galleria Peter Kilchmann, opere a partire da 6.000 euro), Francesco Arena (Galleria Raffaella Cortese, 5.000-40.000 euro), Christian Fogarolli (Galleria AlbertaPane, 5.000-25-000 euro), Guglielmo Castelli (Galleria Rolando Anselmi. 10.000-30.000 euro). In un cortocircuito creativo tra arte e know how artigianale, tra produzione e collezione.
La ritrovata mondanità è infaticabile e dai grattacieli di Porta Nuova, nello stesso pomeriggio, si passa alla cornice di Palazzo Borromeo, dove la storica gioielleria Antonini Milano, ossia il collezionista Sergio Antonini, (ri) apre le proprie porte all’arte e ospita il progetto di Sabrina Mezzaqui, i quaderni di Hannah Arendt, l’artista copia manualmente l’opera della scrittrice tedesca “Nel deserto del pensiero – Quaderni e diari 1950-1973” ; un atto creativo intenso nei significati e faticoso che istantaneamente ricorda le dilatazioni temporali che tutti abbiamo vissuto durante il lock-down. Mezzaqui è rapprensetata da Galleria Continua e da Massimo Minini ed é venduta in un range di prezzi tra i 5.000 e i 50.000 euro.
Giovedì 16
Giorno dell’inaugurazione di miart, Attilio Impronta, azionista di MAG Italia Group, gruppo assicurativo che compare tra i fornitori di molti dei maggiori eventi artistici nel nostro paese, come l’ultima Quadriennale di Roma, ospita una cena per inaugurare nella sua casa vicino Piazza Affari un wall drawing di Gabriella Ciancimino (2.500-30.000 euro, galleria Gilda Lavia). La stessa artista siciliana ha da poco inaugurato un murales all’interno degli spazi comuni della sede milanese di Facebook, i temi ricorrenti sono le migrazioni, la libertà e il superamento dei confini. Viene così certificata l’attenzione del momento verso questo medium, da non confondere con il graffitismo di strada e i suoi messaggi sovversivi, ma piuttosto da osservare come una forma di affresco contemporaneo: ed ecco che il collezionista si fa subito mecenate e speriamo che prima o poi si potrá pure parlare di nuovo rinascimento. Queste opere, come molte tra quelle citate sono formalmente accattivanti quasi leggere ma impegnate nei significati, della serie: si va avanti ma non si dimentica.
Fonte: Il Sole 24 Ore