Balneari, sciopero degli ombrelloni il 9 agosto: aperti con due ore di ritardo

Balneari, sciopero degli ombrelloni il 9 agosto: aperti con due ore di ritardo

Ombrelloni aperti con due ore di ritardo sulle spiagge italiane il 9 agosto, quando i balneari di Fipe Confcommercio e di Fiba Confesercenti adotteranno questa forma di mobilitazione per accendere i riflettori sulla irrisolta questione delle concessioni.

La notizia sul Fincial Times

Una protesta finita sul Financial Times: i concessionari balneari «minacciano di interrompere il lavoro» per proteggere «concessioni redditizie», scrive il quotidiano della City. L’idea delle due sigle di categoria che hanno dichiarato lo sciopero è «aumentare la pressione sul governo di Giorgia Meloni». «Vogliamo che le grida di dolore che emergono dalle spiagge italiane siano ascoltate», ha detto al Ft Antonio Capacchione, presidente dell’Unione italiana imprenditori balneari. «La gente si fidava delle leggi dello Stato che dicevano “investi quanto vuoi” e ora si trova di fronte a un governo che ha promesso tutto e non sta facendo nulla». L’Ft ricorda le richieste di Bruxelles all’Italia di revocare 30mila concessioni balneari rimettendole a gara e la procedura di infrazione aperta dalla Commissione europea nel 2020.

«Abbiamo inviato otto lettere alla premier per chiedere un incontro, invano – ha detto Capacchione -: lei ha la delega sul nostro settore, se non ha tempo di riceverci può delegare un sottosegretario. Nessuno si è degnato di ricevere questa categoria: se questo non è disprezzo ditemi voi come si chiama. Dopo due anni, i balneari ne hanno piene le tasche: da parte nostra abbiamo cercato in tutti modi i contatti, il dialogo».

La mobilitazione dei balneari è stata decisa nei giorni scorsi dopo che le organizzazioni di rappresentanza della categoria hanno riunito assemblea, giunta e direttivo e dialogato con le altre organizzazioni sindacali per valutare il da farsi in vista dell’imminenza della chiusura estiva del Parlamento. «Se governo e Parlamento non arrivano a nessuna determinazione cosa possiamo fare se non protestare? Sarebbe da incoscienti non fare nulla: abbiamo la responsabilità nei confronti delle famiglie dei balneari che rischiano di perdere tutto quello che hanno costruito in anni di lavoro. E se qualcuno non vorrà partecipare pazienza: i crumiri sono sempre esistiti, ma le nostre organizzazioni rappresentano praticamente il 90% dei concessionari» aggiunge Capacchione ricordando che la questione «non riguarda solo noi ma tutti i concessionari demaniali e quindi, ad esempio, anche chioschi, ristoranti, campeggi» . E poi? «E poi se non riceveremo risposte faremo un’altra iniziativa, dieci giorni dopo, in cui apriremo però con 4 ore di ritardo» .

Fonte: Il Sole 24 Ore