Banca Progetto: «Nessuna fuga dei depositi»

«La banca non è commissariata: il board, l’amministratore delegato e tutte le strutture manageriali all’interno della banca sono pienamente operative». Il ceo di Banca Progetto, Paolo Fiorentino, convoca una conferenza stampa d’urgenza per “tamponare” il flusso di notizie «erronee», come le definisce, che rimbalzando sul web rischiano di «danneggiare la reputazione» della banca, dopo le accuse di finanziamenti a società collegate all’ndrangheta. «Nè la banca, né i suoi esponenti e dipendenti, sono oggetto di indagine», dice Fiorentino. Che sottolinea come «nell’ambito di un procedimento penale che non riguarda» l’istituto, il provvedimento riguarda «carenze istruttorie di 10 finanziamenti su circa 40.000 in essere».

Fiorentino si dice «stupito» di fronte alla decisione di sottoporre la banca all’amministrazione giudiziaria: un istituto mai utilizzato in Italia per una banca, che prevede la messa sotto tutela dell’ente sul fronte dei crediti tramite la nomina di una figura di fiducia della Procura (Donato Maria Pezzuto), cui toccherà monitorare i relativi processi e presidi di controllo, presenziando ai Cda, per poi relazionare i giudici sullo stato dell’arte. Quali saranno gli esiti di questa verifica lo si saprà il 25 febbraio, quando il Tribunale deciderà se prorogare (o meno) la misura. «E’ un provvedimento che non mi piace ma che dovrò rispettare», dice il manager.

 

Ma Fiorentino tiene anche a sottolineare di aver fatto quanto possibile in termini di controlli. «Siamo spiacevolmente coinvolti ma non siamo un ufficio di Polizia nè la Finanza – dice Fiorentino – Facciamo tutti i controlli possibili delle banche dati e i nominativi, cui si fa riferimento nel documento della procura di Milano, non sono nostri clienti. Non sono nella nostra anagrafe» e rispetto alla decina di pratiche oggetto di indagine da parte dei pm, «nessuno dei soggetti citati faceva riferimento a una di queste aziende».

Lo scenario

Servirà tempo per capire se Banca Progetto è rimasta impigliata in un «incidente di percorso», come lo chiama il banchiere napoletano. O se invece le indagini della Procura – con cui è in contatto Banca d’Italia che sta svolgendo gli opportuni approfondimenti – daranno spazio a ulteriori sviluppi. Di certo la notizia arriva come un macigno a rallentare la crescita vorticosa di un’istituto che nel giro di pochi anni ha conquistato uno spazio importante nel mercato del credito alle Pmi.

Fonte: Il Sole 24 Ore