Bancari Bcc, ok a orario ridotto, si tratta su tranche di aumento e arretrati

Nel rinnovo del contratto collettivo nazionale dei bancari delle Bcc scenderanno in campo anche i segretari generali. Dopo una trattativa no stop di due giorni, il 28 e 29 giugno Federcasse e Fabi, First, Fisac, Uilca e Ugl credito hanno rimandato l’affondo finale all’8 luglio. La distanza che il confronto deve colmare è quella che c’è nella proposta delle banche da un lato e dei sindacati dall’altro sulle tempistiche delle tranche di aumento e sugli arretrati.

La distanza sulle tranche

Dato per assodato l’aumento medio di 435 euro, fonti sindacali riferiscono che dalle banche sarebbe arrivata una proposta finale che prevedeva un livello di arretrati pari in media a 600 euro, con una prima tranche di 200 euro a partire dal mese di agosto, ulteriori 150 euro da gennaio del 2025, 50 euro a giugno del 2025 per poi concludere con ulteriori 35 euro in gennaio del 2026. L’obiettivo delle banche è di alleggerire il 2024, per rendere sostenibile il rinnovo per tutte le realtà. La proposta finale dei sindacati contemplava 1.200 euro di arretrati, una prima tranche di 300 euro da luglio, la disponibilità a spostare da questo settembre a gennaio del 2025 la corresponsione di un’ulteriore tranche di 100 euro, considerato anche che in ottobre ai lavoratori verrà corrisposto un premio variabile che in media sarà di oltre 4mila euro, e infine i 35 euro rimanenti a gennaio del 2026. Le due proposte ieri notte non hanno trovato una sintesi e si è così deciso di prevedere una nuova data di incontro per provare a fare il contratto.

I punti di contatto

La trattativa ha fatto significativi passi avanti su tutti i temi sul tavolo, molti dei quali sono stati definiti. Come la riduzione dell’orario di lavoro settimanale di mezz’ora, a parità di retribuzione che decorrerà dal 1° luglio del 2025, o la nuova indennità di cash-less di 90 euro, o la contribuzione datoriale alla Banca del Tempo Solidale del 30% rispetto a quanto versato volontariamente dai bancari e dalle bancarie. Sostanziale convergenza tra le parti c’è anche sullo spostamento, transitorio, per la durata di due anni, della contribuzione dello 0,36% che oggi va al Fondo di sostegno al reddito e che andrà al Fondo Occupazione Credito Cooperativo, alla Cassa Mutua Nazionale e alla premorienza. Nella trattativa è emersa anche la volontà di individuare permessi dedicati al tema delle molestie e violenze di genere.

Di qui all’8 luglio, la nuova data calendarizza dalle parti, le banche del credito cooperativo faranno le verifiche al loro interno per potersi sedere con mandato pieno a chiuderec, avvicinandosi alle proposte dei sindacati e trovare così un accordo complessivo, compresa la parte economica. Per i sindacati, a questo, punto diventa irrinunciabile, a meno di non voler entrare in una spirale di agitazioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore