Banche, in 30 anni si sono dimezzate: nel 1993 erano oltre mille, oggi sono 434

Banche, in 30 anni si sono dimezzate: nel 1993 erano oltre mille, oggi sono 434

L’ondata di fusioni e acquisizioni che ha interessato il settore bancario italiano negli ultimi 30 anni ha portato a una drastica riduzione delle banche del nostro Paese e a una loro forte concentrazione. Secondo quanto valuta uno studio della First Cisl, oggi sono 434, dalle oltre mille (1037) del 1993.

L’Italia rimane così davanti alla Francia (394), ma dietro a Polonia (573) ed Austria (443). Lontanissima la Germania, che può ancora contare su 1.381 banche.

Come ricorda il segretario generale dei bancari Cisl, Riccardo Colombani, «la cura dimagrante del nostro sistema bancario prende avvio negli anni ’90 e prosegue attraverso la crisi finanziaria del 2008, la riforma delle banche popolari e quella del credito cooperativo». Questo processo, però, ha innescato quello, parallelo, della desertificazione bancaria dei territori. «Il numero degli sportelli ha toccato il suo massimo nel 2008 (34.139) per poi iniziare una rapidissima discesa che non si è ancora arrestata (20.909 a fine 2022). Nella prima parte del 2023 ne sono stati chiusi altri 593», calcola lo studio della First Cisl.

Il nuovo equilibrio demografico

L’evoluzione del settore si accompagna all’invecchiamento progressivo della popolazione. Trent’anni fa, gli italiani con più di 65 anni erano il 16%, mentre i giovani sotto i 15 anni il 15,1%. C’era quindi un sostanziale equilibrio che oggi non c’è più. Gli over 65 sono il 23,7% e hanno praticamente doppiato gli under 15 (12,8%). Il nostro paese non brilla per l’uso dell’internet banking, soprattutto tra gli anziani. «L’invecchiamento della popolazione e il basso livello delle competenze digitali tra le classi di età più elevata spiegano perché l’utilizzo dell’internet banking sia poco diffuso in Italia: il 48,3% della popolazione rispetto al 59,6% della media Ue. Tra gli over 65 si scende al 25,8%, contro la media Ue del 36,1%. Che la digitalizzazione sia causa della desertificazione bancaria è quindi un falso mito», osserva Colombani.

Le differenze regionali e le concentrazioni

La regione dove si fa minore uso dell’internet banking è la Calabria (26,8%), che è anche quella con il minore numero di sportelli ogni 100mila abitanti (18). La regione più “digitale” è invece il Trentino Alto Adige, che è anche quella con il più alto numero di sportelli (65). Più in generale il sistema bancario appere sempre più concentrato. La quota dei primi cinque gruppi italiani sul totale degli attivi è cresciuta di 24,9 punti dal 1999 al 2022, arrivando oggi a controllare oltre il 50% del mercato domestico, contro il 46,4% della Francia ed il 35% della Germania. Per Colombani, però, «servono incentivi reputazionali ed economici per la territorialità delle banche che è fondamentale per gestire la transizione digitale, un obiettivo cruciale per il Paese che va però perseguito senza mettere a rischio l’inclusione sociale».

Fonte: Il Sole 24 Ore