Banco Bpm, il plebiscito dei soci un segnale forte lanciato (per ora) contro l’Ops di UniCredit

Banco Bpm, il plebiscito dei soci un segnale forte lanciato (per ora) contro l’Ops di UniCredit

Da ieri, se vuole, UniCredit può ritirare la sua Ops su BancoBpm. Non è una novità di poco conto nel caotico risiko bancario in corso. UniCredit aveva posto tra le condizioni per rinunciare alla sua offerta l’eventuale rialzo del prezzo dell’Opa che BancoBpm aveva lanciato su Anima Sgr. Consob chiederà un’informativa al mercato prima della riapertura della Borsa di lunedì? È la domanda che si stanno facendo gli investitori in queste ore.

Ieri i soci della ex popolare hanno approvato in assemblea con maggioranza plebiscitaria (97% a favore) l’aumento del prezzo dell’offerta sulla Sgr senza preoccuparsi dei tempi di approvazione da parte di Bce dell’utilizzo del Danish Compromise, che garantirebbe a BancoBpm un minor assorbimento di capitale facendo salire da 6 a 7 miliardi la distribuzione di capitale a beneficio dei propri azionisti nei prossimi anni.

Il ruolo dei soci

L’approvazione totalitaria del piano di crescita di Banco Bpm da parte dei soci in assemblea è con ogni evidenza anche un segnale forte lanciato a UniCredit. Sia i fondi esteri che il Credit Agricole, quest’ultimo titolare di una quota del 9,9% elevabile al 19,9%, hanno approvato l’operazione BancoBpm-Anima pur sapendo che, facendolo, UniCredit potrebbe ritirare la sua Ops sulla popolare. Il messaggio lanciato dagli azionisti è che a oggi tale offerta, data la valutazione a sconto rispetto al prezzo di mercato, non può neanche essere presa in considerazione.

Palla a UniCredit

La palla ora torna nella metà campo di UniCredit che nelle prossime settimane dovrà decidere se e quanto rilanciare in contanti il prezzo dell’offerta, che da Ops si trasformerebbe in Opas, per convincere gli azionisti di BancoBpm a consegnargli le loro azioni. UniCredit ha le risorse per alzare il prezzo a piacere. Ma bisognerà vedere quale sarà la valutazione di BancoBpm compatibile con gli obiettivi reddituali che UniCredit aveva annunciato al mercato per la combined entity. In teoria il gruppo guidato dal ceo Andrea Orcel ha tempo per rilanciare fino al penultimo giorno dell’offerta. La partita resta aperta. Ma da ieri è ufficiale che, senza un congruo rilancio da parte di UniCredit, gli azionisti di BancoBpm preferiscono la strategia stand alone. Compreso il Credit Agricole che, essendo partner di UniCredit nell’asset management tramite la controllata Amundi, volendo poteva smarcarsi e astenersi o non partecipare al voto di ieri.

Fonte: Il Sole 24 Ore