Bar, nel 2024 investimenti record per oltre 1,2 miliardi
«Le stime degli investimenti dei gestori di bar nel 2024 vanno verso un nuovo record e supereranno i 1,2 miliardi – dice Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi Fipe Confcommercio –. Sono ripresi gli investimenti dopo lo stop provocato dalla pandemia».
Nella Giornata internazionale del caffè Fipe diffonde il trend degli investimenti nei bar. Secondo le stime nel corso dell’anno circa 66mila gestori, uno su due, ha pianificato investimenti per il locale sia per rinnovare il banco, tavoli, sedute e altre attrezzature della sala, ammodernare i dehors e altri beni strumentali sia per acquistare strumenti digitali come registratori di cassa di ultima generazione, Pos e palmari con cui gestire le comande, per poi finire con il potenziare la parte online come il sito web e la app.
Continua così il trend già visto nel 2023 quando il 52,2% degli esercenti ha dichiarato di avere investito in media 19mila euro per attrezzature professionali tra cui frigoriferi e abbattitori, per la lavorazione degli alimenti, la preparazione delle pietanze, la cottura e il lavaggio delle stoviglie. «I dati evidenziano come i bar italiani stanno affrontando le sfide del futuro con due asset chiave: tecnologia e sostenibilità per garantire la crescita del settore – rimarca Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe –. È essenziale che gli imprenditori continuino a investire per mantenere alta la competitività e migliorare la qualità del servizio offerto».
Secondo i dati Fipe in Italia sono attivi 132mila bar, circa il 40% delle imprese della ristorazione, con poco più di 272mila dipendenti di cui il 59% sono donne. Nell’ultimo anno sono cresciuti del 10% i dipendenti stranieri, ora oltre 54mila addetti. Un terzo dei bar è gestito da una donna mentre gli imprenditori under 35 sono il 12,6%.
Nell’ultimo decennio è diminuito il numero dei bar e ora si sta assistendo a una migrazione dal classico locale con il servizio al banco verso il bar con servizio di ristorazione. Una scelta dettata dalla volontà di aumentare il valore dello scontrino medio, che è intorno ai 4,6 euro, per puntare ai più remunerativi mercati della pausa pranzo, dell’happy hour, cena e dopo cena. Tutti momenti conviviali a maggiore valore. Infatti gli imprenditori del settore scontano il peso dei costi fissi, tra cui il personale e l’affitto dei muri, e un impegno di lavoro che arriva a 14 ore al giorno, spesso sette giorni su sette. Una scelta che giustifica l’aumento degli investimenti volti ad allargare il ventaglio dei servizi offerti. «Per stare al passo con i tempi e rispondere alle esigenze dei consumatori il 33,1% degli imprenditori dichiara di investire per migliorare il comfort dei propri clienti, il 30,5% per ampliare la propria offerta, il 28% per razionalizzare i consumi migliorando il livello di efficienza energetica, il 23,4% per migliorare la gestione della propria attività, da quella economica al personale» conclude Sbraga.
Fonte: Il Sole 24 Ore