Barlocco (Motorola): «Non più solo tecnologia, gli smartphone devono essere belli e ispirare »

Barlocco (Motorola): «Non più solo tecnologia, gli smartphone devono essere belli e ispirare »

Gli smartphone emergono da un anno difficile e, con l’intelligenza artificiale, stanno realmente trovando una nuova vita? «Diciamo che l’IA rappresenta un grande cambiamento, ma oggi, più che in passato, non è soltanto la tecnologia a stimolare i consumi, ma anche altri fattori come l’estetica, la sostenibilità e la capacità degli oggetti di ispirare le persone». A rispondere alla domanda, a pochi giorni dall’inizio del Mobile World Congress di Barcellona, è Carlo Barlocco, ex Samsung e attualmente figura di spicco in Motorola. Il marchio statunitense, venduto nel 2014 da Google a Lenovo in Italia, ha raggiunto a dicembre una quota di mercato del 12%, secondo quanto riportato facendo riferimento ai dati Gfk. «In un anno abbiamo più che raddoppiato la nostra quota di mercato – spiega – e non avevamo mai raggiunto tale risultato. Siamo quarti a livello globale e il terzo attore nel mercato Android. Tutto ciò in un contesto italiano in cui il mercato, in termini di volumi, sta diminuendo anno su anno a cifre doppie, ma che prevediamo si stabilizzerà quest’anno. Un mercato in Italia che per il 65% è concentrato sugli smartphone nella fascia di prezzo da 0 a 300 euro. In questo scenario – afferma – abbiamo l’opportunità di posizionarci con maggiore forza nella fascia alta».

Nel mirino, come si è visto per Samsung, c’è l’intelligenza artificiale, percepita come l’idea vincente per incentivare i consumatori ad acquistare telefoni di fascia alta. «Come Lenovo, anche noi punteremo sempre più sull’AI, in linea con la visione di rendere l’AI accessibile a tutti, nel rispetto della sicurezza e della privacy. Tuttavia, per il consumatore post-COVID e per le nuove generazioni, ho l’impressione che, più che il singolo aggiornamento tecnologico, lo zoom della fotocamera o i dettagli dell’hardware per gli appassionati, ciò che conta di più sia ciò che di nuovo possono fare gli smartphone». Per l’executive director & general manager di Motorola, si tratta di un cambio di paradigma per l’intero settore, e non sarà semplice. «Dobbiamo evitare ciò che è accaduto con il 5G, quando non è stato chiaro quale fosse il vero vantaggio. Significa che dovremo essere bravi a spiegare concretamente cosa fa l’intelligenza artificiale su uno smartphone e cosa cambia». Secondo il manager, però, le novità non dovrebbero spaventarci. «Ricordo nel 2007, quando l’iPhone è stato lanciato, erano in pochi a credere nei touchscreen perché privi di tasti fisici e più ingombranti. Poi gli schermi sono cresciuti da 5 a 6 e fino a 8 pollici». In ottobre, Motorola ha presentato due prototipi: uno smartphone pieghevole che si indossa come un polsino e uno con lo schermo che si estende verso l’alto, passando da 4 a 6,5 pollici. Al CES di Las Vegas di quest’anno sono stati presentati altri dispositivi animati dall’IA, addirittura senza schermo, che si indossano e si comandano solo con la voce. Alcuni li hanno anche proposti come possibili sostituti degli smartphone in un futuro non troppo lontano. «Non so se sostituiranno gli smartphone – sorride il manager lombardo -. Di certo, devono funzionare alla perfezione e comprendere tutto ciò che diciamo, altrimenti è un disastro. In realtà, penso che il prezzo giochi un ruolo chiave. Il 2024 sarà l’anno del decollo definitivo dei prodotti con schermi pieghevoli, flessibili e arrotolabili, come il Motorola Rizr Rollable. Nei prossimi mesi arriveranno molti prodotti pieghevoli e i costi diventeranno più accessibili. Il trend è iniziato nel 2023 con la diffusione del Motorola Razr 40 e del Motorola Razr 40 Ultra, che hanno riscosso grande successo. Ma, per diventare popolari, i dispositivi pieghevoli devono allontanarsi dalla soglia psicologica dei mille euro».
Il discorso sull’intelligenza artificiale è diverso. «Credo che il vero cambiamento arriverà con un uso più sofisticato del machine learning, che ancora non si vede. Immaginate uno smartphone che vi conosce meglio di chiunque altro, che legge le vostre email, conosce la vostra agenda ed è in grado di consigliarvi in base alle vostre esperienze passate. Mi fa un po’ paura – sorride – è inquietante, ma uno smartphone così sarebbe davvero qualcosa di diverso».

Fonte: Il Sole 24 Ore