Bcc Pergola e Corinaldo, aggregazione strategia vincente

«Siamo un argine contro lo spopolamento dei piccoli borghi e abbiamo una funzione sociale che riusciamo a conciliare con l’efficienza, in un’area caratterizzata da una buona qualità della vita e da una buona capacità di risparmio». Claudio Rovelli sa cosa significa essere banca di paese: suo nonno è stato uno dei soci fondatori della Bcc di Pergola e lui, da piccolo, lo accompagnava in filiale. Di questa banca è stato, negli anni, prima consigliere e poi presidente, tra gli ispiratori dell’aggregazione con la Bcc di Corinaldo, avvenuta nel 2018: due banche locali con una storia ultracentenaria, distanti tra loro meno di 30 chilometri e che avevano in comune bilanci appesantiti in particolare dalle sofferenze. L’aggregazione ha fatto bene: i soci sono diventati quasi 5.500, i clienti 36mila e il bilancio è in ordine e migliora di anno in anno.

Oggi, l’area di competenza, servita da 16 filiali e 132 dipendenti, è quella a cavallo tra le province di Pesaro-Urbino, Ancona e Perugia, con Fabriano, Senigallia e Gubbio che rappresentano un’eccezione perché la maggior parte dei comuni del comprensorio hanno tra 3mila e 8mila abitanti. «Da queste parti ci conosciamo tutti e ci diamo del tu – spiega Rovelli, che da poco più di due anni è direttore generale della Bcc di Pergola e Corinaldo -. La percentuale di penetrazione del territorio è alta e questo ci spinge a crescere per linee interne, migliorando la qualità dei servizi e abbandonando l’idea di fare solo credito tradizionale, mixando il canale fisico con le opportunità che ci vengono fornite da una tecnologia al servizio del rapporto umano. Vendiamo solo quello che serve perché siamo una banca solida, solidale e credibile». E con i fondamentali a posto: nel 2023, la raccolta diretta è arrivata a 609 milioni (+1,88% rispetto all’anno precedente), l’utile netto a 6,5 milioni («un risultato migliore del target fissato dal piano strategico 2023-2025», osserva Rovelli), con il 7% destinato a beneficenza e mutualità, e il patrimonio netto è salito fino a 86 milioni (+7,5%), rafforzando i coefficienti di solvibilità, con il total capital ratio al 31,98%.

«Anche le performance del primo semestre confermano che la banca è in salute – sottolinea il dg -, in particolare quella sulla qualità del credito, con territorio e tessuto imprenditoriale che hanno saputo rispondere bene all’incremento dell’inflazione e all’aumento del costo del denaro».

Fonte: Il Sole 24 Ore