Beccari (Louis Vuitton): «Moda, cibo, arte, casa: vogliamo esserci sempre»

Fiero della sue origini italiane, anzi, parmensi, e felice della promozione in serie A del Parma. Anche perché Pietro Beccari, classe 1967, oggi è presidente e amministratore delegato del più noto e grande marchio di alta gamma al mondo, ma avrebbe potuto (e voluto) diventare un giocatore di calcio, accanto a Fabio Cannavaro, per un periodo compagno sui campi e poi amico fraterno. Beccari resta legato alla città dove è nato e cresciuto, vero, ma è perfettamente a suo agio a Parigi, come lo è quando gira il mondo, seguendo l’esempio e ampliando ulteriormente la visione che di Louis Vuitton hanno avuto due ceo che lo hanno preceduto, Yves Carcelle e Michael Burke, dai quali dice di aver imparato tantissimo. Ma – come è giusto che sia – si può dire che il discepolo stia superando i maestri. Quasi costretto a farlo, potremmo aggiungere, perché l’alta gamma sta cambiando velocemente, il mondo intero pure. Per restare il marchio più grande del più grande gruppo del lusso al mondo, Lvmh, Beccari deve valorizzare tutto ciò che appartiene alla storia della maison (iniziata nel 1854), ma anche inventarsi cose nuove o nuovi modi di fare le cose.

Un mese dopo la sua nomina a ceo, lei ha scelto Pharrell Williams come direttore creativo delle collezioni uomo. Una prima mossa ardita, che a distanza di un anno e mezzo si è rivelata azzeccata. Alla fine del 2023 ha confermato per altri cinque anni Nicolas Ghesquière, che da dieci era direttore creativo delle collezioni donna. Come si conciliano le due anime stilistiche di Louis Vuitton?

Le collezioni di abbigliamento e accessori, le sfilate che organizziamo a Parigi e nel mondo, lo spazio che pret-à-porter e borse e piccola pelletteria hanno nei negozi dimostrano quanto queste due componenti dell’universo Vuitton siano importanti. Nicolas e Pharrell sono al centro di tutto e il loro successo è innegabile, basta guardare i dati. Ma ciò che mi rende più orgoglioso è la felice convivenza di questi due “maghi della creatività” nel mondo Vuitton, la libertà che hanno di trovare collaborazioni con artisti e le osmosi che siamo riusciti a creare con altre maison, lasciando che il talento di Nicolas e Pharrell “soffi” anche altrove. Penso ai gioielli creati da Pharrell per Tiffany e, per le capsule, quella da donna con la giovane artista cinese Sun Yitian.

Bella l’immagine che la creatività si diffonda come il vento, all’interno di Vuitton. Quali sono gli altri progetti?

Ci guardiamo intorno e continuano a venirci nuove idee. Abbiamo voglia di migliorarci, di scoprire ambiti inesplorati, con ottimismo. Vedo il presente e il futuro di Vuitton come un’evoluzione naturale e necessaria allo stesso tempo, che scaturisce dalla forza intrinseca e dai valori della maison. Non esiste categoria dove non si possa individuare una “strada” Vuitton, liberando energie creative interne e soddisfacendo i desideri dei nostri clienti o facendo scoprire piaceri piccoli e grandi, rendendo il loro stile di vita leggermente diverso o magari anche solo più divertente. O ancora, rispondendo a esigenze della vita di tutti i giorni, come l’arredo di una casa.

Fonte: Il Sole 24 Ore