Beniamino Zuncheddu in carcere da uomo libero per supportare la proposta di assegno mensile all’innocente fino al risarcimento

Beniamino Zuncheddu in carcere da uomo libero per supportare la proposta di assegno mensile all’innocente fino al risarcimento

Beniamino Zuncheddu è rientrato in carcere, ma questa volta da uomo libero. L’ex pastore sardo lo ha fatto per partecipare al congresso del Partito radicale, che si svolge a Roma nel teatro del carcere di Rebibbia. Non è stato facile per lui che è stato in carcere per quasi 33 anni da innocente. Lo ha fatto sottobraccio a Irene Testa, tesoriera del Partito radicale e Garante dei detenuti della Sardegna che si è battuta per la sua assoluzione nel processo di revisione. Accompagnato, oltre che dal suo avvocato Mauro Trogu, anche da Gaia Tortora e Giuseppe Gulotta, anche lui 22 anni di carcere da innocente.

L’attesa di un giusto risarcimento:

Beniamino è entrato nel teatro di Rebibbia con la speranza che per lui arrivi finalmente un giusto risarcimento dopo essere stato ingiustamente accusato di un triplice omicidio compiuto in un ovile sulle montagne di Sinnai, in Sardegna. Lo ha fatto con la speranza che le 50mila firme per il disegno di legge di iniziativa popolare «Zuncheddu e altri» vengano rapidamente raccolte e si possa passare all’esame parlamentare di un provvedimento che è solo di civiltà, perché prevede una indennità pari al doppio della pensione sociale nel periodo che intercorre fra la sentenza di assoluzione e la concessione del risarcimento. Operazione che può durare fino a 7-8 anni. A Beniamino Zuncheddu Il Sole 24 Ore e Radio 24 hanno dedicato un podcast – “Innocente” – per raccontare la sua storia. E il mese prossimo è prevista la pubblicazione di una nuova puntata dedicata al risarcimento.

Indispensabile una piccola pensioncina per sopravvivere

«È indispensabile una piccola pensioncina per poter andare avanti – sottolinea Beniamino Zuncheddu – per comprare la roba da mangiare, per trovare una casa, per vivere degnamente. Indispensabile perché una volta che si esce dal carcere non si ha niente e si deve comunque sopravvivere. Io, nonostante quasi 33 anni di carcere da innocente, sono stato fortunato perchè ho una famiglia che mi ha sempre seguito e mi ha accolto a casa. Ma vorrei ricordare a tutti che è un problema quando si esce dopo tanti anni di carcere. Se non hai niente che fai? Vai sotto i ponti, fai il barbone 0 sei spinto a delinquere per sopravvivere». Irene Testa invita a sottoscrivere la proposta di legge di iniziativa popolare “Zuncheddu e altri” per garantire un indennizzo immediato mensile che supporti chi esce dal carcere dopo un’ingiusta detenzione.

Tajani: favorevole a un anticipo di risarcimento

«Sono favorevole alla questione del risarcimento e dell’anticipazione» del risarcimento proposta dal Partito Radicale per chi è stato detenuto ingiustamente, «perché chi ha subito un’ingiustizia è giusto che sia risarcito», ed è giusto che ci sia magari un anticipo di risarcimento per evitare i tempi di una burocrazia troppo lenta», sottolinea il vicepremier e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, intervenendo al congresso del Partito radicale. Tajani ha fatto riferimento al disegno di legge di iniziativa popolare “Beniamino Zuncheddu e altri” per consentire a chi è stato assolto di usufruire di un assegno mensile che parte dal momento dell’assoluzione fino alla sentenza di risarcimento del danno, perché questa può arrivare anche dopo molti anni. E riferendosi all’anticipo Tajani dice: «perché uno che si è fatto 30 anni di carcere e non ha più la forza o fatica di inserirsi nel mondo del lavoro, è giusto che abbia, soprattutto se è stato in carcere da innocente, la possibilità di mantenersi e di mantenere eventualmente la propria famiglia. Credo che sia una scelta sensata quella proposta dai Radicali».

Fonte: Il Sole 24 Ore