Berenice Marlohe, attrice esotica dell’oltre-bellezza

Berenice Marlohe, attrice esotica dell’oltre-bellezza

«Per renderla reale ho dovuto prima creare un feeling di cosa significherebbe dover perdere la persona che amo di più al mondo. Poi ho messo il mio personaggio nella prospettiva di essere una guerriera divina che trascende tutte le situazioni materialistiche e vive solo per tentare di salvare il suo prezioso amore. Tutti i personaggi del film si sono persi o hanno perso qualcosa lungo il percorso, nella vita è utile perdere la strada se alla fine si vuole trovarla e ritrovare noi stessi».

Chi è il tuo personaggio?

«Un simbolo forte. In definitiva nel contesto in cui si trova è quella che sceglie la libertà, prendendo in mano il proprio destino. Assumersi la responsabilità delle proprie azioni significa non accusare gli altri o le circostanze esterne per le nostre difficoltà».

Un aneddoto speciale con Malkovich?

«È l’unico attore a cui ho chiesto di fare una foto con me. Mi sono detta che non l’avrei postata, non avendo social media, e che era per mia madre. Ma era per me, non so perché ho mentito. Mi sono sentita in colpa, “John, se leggi queste righe, mi scuso con te” (ride)».

Che posto occupa la bellezza nella sua vita?

«I filosofi greci avevano quella nozione di cosa sia il “bello, buono e vero”. Per me è importante avere una consapevolezza di questi ideali. La bellezza con la “B” maiuscola si trova in un capolavoro, in un vecchio dipinto, in un’architettura, in una sinfonia, nella natura o nel cercare di vivere la propria vita secondo ideali alti. Bellezza per me si riferisce a tutto ciò che è fuori dal tempo, ha a che fare con l’eternità».

Chi sono i suoi dèi?

«Mi piace la storia di Odino nella mitologia norrena. Accetta momentaneamente di sacrificare uno dei suoi occhi e di essere temporaneamente cieco per avere accesso alla fonte della conoscenza. Questo aumenta la sua saggezza sui misteri della vita. In un certo senso mi sento come un’anima vivente che è sulla terra per fare lo stesso, da momentaneamente cieca e amnesica ricordiamo chi siamo attraverso la vita, le esperienze e la trasmutazione».

Fonte: Il Sole 24 Ore