Bershka apre a Milano il flagship più grande al mondo. Design e servizi tech per un test (anche) sui turisti
Uno schermo touch attraverso il quale è possibile prenotare 30 minuti da passare con tre amici (o amiche: basta che il totale sia di massimo quattro persone) in un camerino spazioso con luci e musica a discrezione del cliente dove provare un numero potenzialmente infinito di capi e accessori con l’assistenza di personale dedicato. E, c’è da scommetterlo, postarli sui social. Non è tutto: complice un sistema nascosto all’interno delle pareti rosa confetto, questo camerino in versione hi tech ed extra large, riconosce tutti i capi portati all’interno e, attraverso uno schermo, suggerisce possibili look e abbinamenti. Quello che si sceglie di acquistare si può pagare direttamente in questa fitting lounge che ha anche un camerino “digitale” tappezzato di QR code che permettono di farsi innumerevoli selfie con filtri differenti attraverso la realtà aumentata di
Snapchat e sviluppati da DRESSX. Il tutto, per la cronaca, non ha un costo: la prenotazione è gratis.
È questo uno dei fiori all’occhiello del rinnovato flagship store di Bershka al 22 di Corso Vittorio Emanuele. Un piccolo gioiello anche in termini di interior design: a progettarlo è stato lo studio OMA, fondato da Rem Kolhaas, che in Italia è per lo più associato al gruppo Prada del quale ha firmato svariati negozi nel mondo, la Fondazione a Milano e diverse scenografie degli show, ma che ha realizzato moltissimi progetti di alto profilo tra cui la Casa da Música a Porto e la Seattle Public Library. Lo studio olandese ha sviluppato un nuovo concept in collaborazione con il think tank AMO (che fa capo sempre a OMA) che ha due obiettivi: fornire un’esperienza di acquisto quanto più possibile integrata tra on e offline e assecondare le esigenze dei clienti in termini di velocità dell’acquisto. Che può essere veloce – si va dall’area automatica del click&collect per chi ha acquistato addirittura online usa il negozio solo per ritirare la merce, alle casse automatiche presenti a ogni piano, fino ai camerini digitali – oppure più lenta, nella fitting lounge, come quella descritta qualche riga sopra.
L’idea è quella di attirare un pubblico di nativi digitali (teenager e ventenni, per lo più) e di rendere il negozio una destinazione unica in termini di servizio e di prodotto, complici alcuni prodotti in esclusiva come la collezione di calzature RAL7000STUDIO x BERSHKA, una riedizione nera super limitata di calzature made in Italy e la capsule Generation Bershka che è stata creata creata per il 25° anniversario del marchio ed è in esclusiva per sette giorni nel flagship di Milano.
L’Italia è un mercato molto importante per il marchio del gruppo Inditex e, considerata la forte attrattività internazionale esercitata in questo momento da Milano, l’apertura del flagship rappresenta un doppio test per il gruppo galiziano: da un lato si misura l’accoglienza del pubblico locale e dall’altro quella dei turisti.
Inditex, gruppo cui fa capo Bershka, ha chiuso il primo semestre 2023 con numeri più positivi delle attese: le vendite sono cresciute del +13,5% (+16,6% a cambi costanti) rispetto allo stesso periodo del 2022, raggiungendo i 16,9 miliardi di euro. L’utile lordo è aumentato del 14,1% a quota 9,8 miliardi di euro. L’Ebitda è aumentato del 15,7%, raggiungendo i 4,7 miliardi di euro, mentre l’utile netto ha fatto un balzo del 40,1%, attestandosi a 2,5 miliardi di euro. In questo scenario Bershka ha messo a segno un +12,3% nelle vendite, passate da poco più di un miliardo nel primo semestre 2022 a 1,18 miliardi nei primi sei mesi dell’anno fiscale in corso.
Fonte: Il Sole 24 Ore