Biocon Biologics, dagli inizi in un garage alla leadership globale
I biosimilari, prodotti farmaceutici biologicamente simili a farmaci originali ma a costi più contenuti, hanno rivoluzionato il mercato farmaceutico. L’Aifa, in Italia, ha stimato risparmi compresi tra i 60 e i 250 milioni di euro nel solo 2022. Si tratta di un mercato il cui valore ha raggiunto i 450 milioni di euro nel 2023 (dati Egualia) ed è cresciuto con un Cagr del 7% negli ultimi 5 anni. E l’Italia, in particolare, per i biosimilari è il primo mercato europeo a volumi e il terzo a valori. E tra le prime 5 aziende al mondo in questo settore c’è la farmaceutica indiana Biocon, nata dalla visione di Kiran Mazumdar-Shaw, la prima donna imprenditrice self-made indiana. La sua avventura imprenditoriale parte nel 1978 quando, con un investimento iniziale di soli 10.000 rupie, fonda Biocon Biologics in un piccolo garage a Bangalore. Inizialmente focalizzata sulla produzione di enzimi industriali, l’azienda è rapidamente cresciuta, diversificando la propria attività e diventando tra i leader globali nel settore dei generici e biofarmaceutici. Nell’intervista esclusiva, il Ceo di Biocon Biologics, Shreehas Tambe, ci svela i numeri e le strategie che hanno portato l’azienda a diventare una protagonista nell’ambito dei farmaci biosimilari.
«La società è nata con un obiettivo chiaro: rendere i farmaci biologici accessibili a tutti. La decisione strategica di concentrarci sui biosimilari ha rappresentato quindi una svolta decisiva, consentendoci di rendere accessibili a milioni di pazienti trattamenti salvavita prima costosi e inaccessibili. Abbiamo iniziato il nostro percorso con le statine per le malattie cardiovascolari e oggi siamo il più grande produttore di queste molecole al mondo. Da lì siamo passati rapidamente agli immunosoppressori e all’insulina biosimilare: c’erano molti pazienti in tutto il mondo che non potevano permettersi l’insulina, perchè gli unici prodotti sul mercato erano di marca e al di fuori della portata della maggior parte delle persone. Allo stesso modo, le terapie oncologiche per molti erano proibitive, e oggi le forniamo in oltre 80 paesi, compresi gli Stati Uniti».
Cosa vi distingue dai competitor?
«L’innovazione è nel nostro Dna, investiamo oltre un miliardo di dollari all’anno in ricerca e sviluppo, possedendo un portafoglio di oltre 500 brevetti, che coprono un ampio spettro di malattie, dall’oncologia all’immunologia. Biocon Biologics si è quindi distinta per la sua capacità di innovare e sviluppare soluzioni sostenibili per problemi sanitari globali. Oltre a collaborare con oltre 100 istituzioni accademiche e centri di ricerca, l’impegno per la sostenibilità si è tradotto nell’adozione di tecnologie all’avanguardia e di processi produttivi efficienti, riducendo l’impatto ambientale. Inoltre abbiamo adottato un modello di business integrato verticalmente, controllando l’intero processo: dalla produzione, alla ricerca fino alla commercializzazione. Questo ci ha permesso di ottimizzare i costi, garantire la qualità dei prodotti e rispondere rapidamente alle esigenze del mercato. Infine, l’azienda si è sempre impegnata a migliorare la qualità della vita delle comunità in cui opera, sostenendo progetti di sviluppo sociale e ambientale. Questo impegno ha rafforzato la reputazione dell’azienda e ha contribuito a creare un legame forte con i suoi stakeholder».
Qual è il futuro dei biosimilari?
Fonte: Il Sole 24 Ore