Blanco e Mahmood: l’importante non è vincere, ma internazionalizzare

Blanco e Mahmood: l’importante non è vincere, ma internazionalizzare

Qualcuno a Parigi disse che l’importante non è vincere, ma partecipare. Qualche altro a Torino obiettò che vincere non è importante: è l’unica cosa che conta. Sempre da Torino, sede dell’Eurovision Song Contest 2022, il team Italia aggiorna il concetto: «L’importante non è vincere, ma internazionalizzare». Parola di Blanco e Mahmood che alla Champions League canzonettara – la cui finale andrà in onda sabato 14 maggio, mentre giovedì 12 c’è la seconda semifinale – difenderanno il tricolore con la loro Brividi, vincitrice dell’ultima edizione di Sanremo. Incontrano la stampa e svicolano da tutti i riferimenti al concetto di «gara» presenti nelle domande.

L’«ansietta» di Mahmood

Le aspettative nei loro confronti sono altissime: il loro brano è quello con le migliori performance su Spotify tra i 40 in concorso. I loro post sui social sono quelli caratterizzati dal maggiore media value, in termini economici. Tutti guardano a loro, e non solo perché difendono i colori del paese ospitante. «A stare qui ci viene un po’ di ansietta», sottolinea Mahmood. «Succedeva anche a Sanremo, per cui ci stiamo regolando proprio come abbiamo fatto a febbraio al Festival: ci godiamo il momento, ci stiamo preoccupando soltanto di fare bene. Rispetto a prima prova siamo migliorati, ci manca ancora quell’abbellimento in più, ma ci stiamo arrivando».

La variabile Ucraina

Blanco viaggia sulla stessa lunghezza d’onda: «Fare quest’esperienza assieme ad Alessandro mi mette più a mio agio. Ogni volta che saliamo sul palco facciamo cose nuove e va bene così». Vietato parlare di obiettivo vittoria: prima perché inevitabilmente si finirebbe a giocare al paragone con i Måneskin («Ci facevate queste domande a Sanremo e ce le fate anche qui. Rispondiamo allo stesso modo: non ci importa della competizione», sentenzia Mahmood); poi perché, se proprio tocca parlare di competizione, quest’anno tutte le strade di Eurovision Song Contest sembrano portare all’Ucraina, a Stefania, pezzo di Kalush Orchestra predestinato alla vittoria per questioni geopolitiche.

L’importanza di internazionalizzare

Su quest’ultimo aspetto, Blanco taglia corto: «Qualsiasi cosa uno che fa il nostro mestiere possa dire sul tema della guerra rischia di essere banale. Sono del parere che, se deve vincere l’Ucraina, vincerà. La Kalush Orchestra ha talento, il loro brano mi piace, oltre a quello che sta succedendo lì». Più che guardare alla classifica, i due artisti allora scommettono sulla visibilità internazionale che il format può assicurare loro: «È la cosa che ci interessa di più. È bello pensare che, a livello internazionale, si cominci a guardare con interesse rinnovato a tutto quello che propone l’Italia in fatto di musica». L’ideale, secondo Mahmood, sarebbe «sia vincere che internazionalizzare. Ma va bene anche o l’una o l’altra. In particolare sarebbe bello fare un tour europeo insieme, dopo questa esperienza a Eurovision», sostiene l’artista che, proprio dopo la precedente esperienza a Esc, nel 2019 con Soldi, si concesse un primo tour oltre confine.

Il remix di «Brividi» firmato Meduza

Qual è il rapporto di Blanco e Mahmood con le altre nazioni in gara? «Rompiamo le scatole a tutti, conosciamo tutti. Da questo punto di vista, l’Eurovision è davvero l’esperienza più bella che possa capitare a chi fa il nostro mestiere», racconta Blanco. Con quale altro artista in gara duetterebbero Blanco e Mahmood? Blanco: «Mahmood». Mahmood: «Blanco». E allora perché non far sbocciare questa collaborazione già vittoriosa in qualcosa d’altro, magari in un album insieme? «La cosa», risponde Mahmood, «significherebbe mettersi a scrivere. Tra Sanremo, Eurovision e concerti, so solo che l’estate prossima mi farò seppellire». Intanto esce il remix di Brividi a cura dei Meduza, progetto house Made in Italy che ha scalato le classifiche di Usa e Uk. Sì, internazionalizzare è decisamente meglio che vincere.

Fonte: Il Sole 24 Ore