Boeing interrompe le trattative con il sindacato, titolo crolla in Borsa

Boeing entra nella quarta settimana di sciopero senza un accordo dopo l’interruzione dei colloqui tra l’azienda e il sindacato dei macchinisti al termine di due giorni di intense trattative. In Borsa il titolo è in caduta libera e perde l’1,40% dopo il ritiro dell’offerta salariale ai 33mila dipendenti delle fabbriche statunitensi. Le ripercussioni finanziarie sono monitorate con attenzione dalle agenzie di rating che valutano il costo dello sciopero circa un miliardo di dollari al mese. «Sfortunatamente, il sindacato non ha preso seriamente in considerazione le nostre proposte», ha dichiarato Stephanie Pope, responsabile della Boeing Commercial Airplanes, in una nota inviata ai dipendenti, definendo le richieste del sindacato “non negoziabili”. «A questo punto ulteriori negoziati non hanno senso», ha affermato dichiarando chiusi i colloqui.

Il sindacato chiede un aumento salariale del 40% in quattro anni e il ripristino dei benefici pensionistici che erano stati sospesi dal contratto un decennio fa. Oltre il 90% dei lavoratori ha rifiutato l’offerta di un aumento salariale del 25% in quattro anni prima di entrare in sciopero. Il mese scorso Boeing ha presentato un’offerta definita “migliore e definitiva” che avrebbe dato ai lavoratori un aumento del 30% e ripristinato un bonus di produzione, ma il sindacato ha dichiarato che la proposta non era sufficiente.

Tutte e tre le principali agenzie di rating, compresa S&P, hanno avvertito che uno sciopero prolungato avrebbe potuto portare a un declassamento del rating, con conseguenti problemi per il costruttore di aerei, gravato da un enorme debito, pari a circa 60 miliardi di dollari: S&P ha dichiarato di non aspettarsi che la compagnia raggiunga l’obiettivo di aumentare la produzione del suo best-seller 737 MAX a 38 aerei al mese entro la fine dell’anno, il target prima della crisi e stima uscite di cassa per 10 miliardi di dollari entro la fine dell’anno. In questo scenario, il rischio della perdita della valutazione del rating investment-grade è reale. S&P ha messo il costruttore di aerei sotto osservazione per un declassamento: la perdita del rating investment-grade farebbe salire i costi di finanziamento aggravando la posizione finanziaria.

Lo sciopero il primo dal 2008, aggrava la posizione di Boeing su cui pesa l’incidente dell’esplosione di un pannello su un aereo in fase di decollo, facendo emergere le falle nei protocolli di sicurezza, spingendo le autorità di regolamentazione statunitensi a limitare la produzione del 737 Max, l’aereo più venduto.

La crisi di cui non si vede la fine, è già costata il posto al ceo Dave Calhoun sostituito ad agosto da Kelly Ortberg che da subito ha dovuto affrontare la definizione dell’accordo salariale, oltre a rafforzare la reputazione dell’azienda con i clienti e le autorità di regolamentazione. Finora non è successo nulla di tutto ciò mentre Boeing sta esaminando tutte le opzioni per fare cassa, tra cui un aumento di capitale da 10 miliardi di dollari. Dall’avvio dello sciopero, l’azienda ha anche introdotto la cassa integrazione per migliaia di dipendenti, bloccato le assunzioni e tagliato i costi.

Fonte: Il Sole 24 Ore