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Bollette: Meloni rinvia il decreto a venerdì
Il decreto sui nuovi aiuti contro il caro energia che impatta famiglie e imprese ha bisogno dei tempi supplementari. L’appuntamento, previsto inizialmente per martedì mattina, è slittato a venerdì alle 10. Tre giorni in più, quindi, utili ai tecnici per cercare di affinare le misure in un quadro di risorse che, però, non appare destinato a crescere oltre ai 3 miliardi circa discussi fin qui. La scelta del rinvio, da quanto trapelato lunedì pomeriggio, sarebbe stata assunta dalla premier Giorgia Meloni dopo un primo esame delle bozze elaborate fin qui. A fine settimana, però, al ritorno del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dalla ministeriale del G20 a Cape Town, non ci dovrebbe essere spazio per altri slittamenti.
La causa dello slittamento
A motivare lo scarso entusiasmo della premier davanti ai testi approdati ieri sul suo tavolo, sarebbe prima di tutto il rischio di una scarsa efficacia degli interventi ipotizzati fin qui per aiutare le famiglie. In gioco c’è il potenziamento del bonus sociale, lo sconto in bolletta per le famiglie più in difficoltà, che riguarda oggi solo i nuclei con un Isee fino a 9.530 euro e che, nelle intenzioni trapelate in questi giorni e come già accaduto in passato, potrebbe tornare a salire fino a quota 15mila. La mossa costerebbe 1,3 miliardi. Difficile andare oltre: in discussione, quindi, ci sarebbero i meccanismi di distribuzione dell’aiuto con l’obiettivo di renderli più nettamente percepibili sui bilanci delle famiglie. La destinazione della curva dei bonus sociali per le diverse fasce di Isee sarebbe, dunque, legata anche a una serie di calcoli in via di completamento da parte dei tecnici ministeriali e dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera).
I nodi del capitolo imprese
Anche il capitolo delle imprese, poi, non appare ultimato: qui le ipotesi sul tavolo spaziano dalla possibile anticipazione del fondo per la copertura dei costi indiretti dell’Ets (la tassa sulle emissioni) a un intervento sui rinnovi delle concessioni idroelettriche attraverso un meccanismo che chiama in causa il Gse (si veda articolo di domenica scorsa). Obiettivo del governo è sostenere una platea ampia di imprese, con un occhio di riguardo alle energivore. Il tutto, però, è legato agli esiti di un confronto con Bruxelles sul terreno sempre delicato degli aiuti di Stato.
L’appello di Regina
La quadratura, quindi, è tutt’altro che semplice. E, intanto, sul provvedimento tornano a fare sentire la propria voce le imprese con Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per l’energia, che, ieri a margine del forum imprenditoriale Italia-Emirati, ha auspicato l’inserimento nel decreto di alcuni elementi «volti a eliminare il differenziale di 3 euro che esiste tra il mercato Psv e il mercato Ttf. Però – ha aggiunto – dobbiamo lavorare sulla struttura più complessiva anche guardando un provvedimento come il gas release, che permette di avere le industrie energivore dotate di un quantitativo di gas per le loro lavorazioni, altrimenti non saremo più competitivi non solo come sistema Italia ma anche come sistema Europa nei confronti del mondo».
Fonte: Il Sole 24 Ore