Bollicine nel mondo, è ora di imparare a valorizzare anche le nostre
Negli ultimi dieci anni il consumo di “bollicine” sui mercati mondiali, soprattutto Europeo e Nord Americano, ha visto una forte crescita. Proprio in virtù di questo grande successo commerciale vale la pena di dare un’occhiata alle tipologie produttive, alle zone di produzione – insomma agli attori principali – in modo da comprendere meglio la questione.
L’Italia gioca un ruolo molto importante in termini di quantità: siamo forti col Prosecco ma il Metodo Classico ce lo beviamo tutto noi.
La tipologia “Charmat” – che non ci viene mai di chiamarla col nome del suo inventore, ovvero “Martinotti” (poi ci domandiamo perché i francesi sono più bravi sul marketing) – va per la maggiore e non è Metodo Classico. In poche parole si tratta di una tecnica che, attraverso la tecnologia (autoclave) velocizza il processo di spumantizzazione.
Il Prosecco, con circa 700 milioni di bottiglie prodotte, è un fenomeno commerciale mondiale. Per inciso, l’Asti Spumante ha raggiunto i 100 milioni di bottiglie che sono comunque un numero ragguardevole e dai più inaspettato.
In questa tipologia l’Italia è quindi leader indiscussa; è sufficiente una botta di conti per dire che una bottiglia su cinque del Metodo Martinotti nel mondo è italiana.
Fonte: Il Sole 24 Ore