Bologna al lavoro su “SuperHuman”, l’esoscheletro
Sono tre realtà di Bologna – il colosso dei motoriduttori Bonfiglioli, l’Alma Mater e e Art-Er, la società di sviluppo e innovazione della Regione Emilia-Romagna – le protagoniste italiane del progetto europeo “SuperHuman”, l’esoscheletro industriale per lavori usuranti. Sono appena terminate le fasi di test del prototipo, che nei prossimi due anni si prepara a entrare nelle fabbriche per alleviare la fatica e i rischi di lavoratori addetti alla movimentazione di carichi pesanti e per migliorare dal punto di vista ergonomico la postura.
Guidato da Supsi, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, il progetto è finanziato con 1,7 milioni di euro dalla Kic Eit Manufacturing, l’associazione pubblico-privato sostenuta dall’Unione europea, istituita nel 2019 per l’innovazione della manifattura, che riunisce partner industriali, istituti accademici e di ricerca e Pmi innovative. L’obiettivo è realizzare un esoscheletro commerciabile a un prezzo concorrenziale, passivo o attivo per attività a elevato carico lombare, adatto a sollevare pesi tra i 10 e i 25 chilogrammi: un aiuto essenziale per il lavoratore o la lavoratrice in funzioni come la logistica industriale interna ed esterna o i magazzini della Gdo, dove oggi l’adozione di tecnologie che garantiscano sicurezza e salute della persona è frenata dai costi dei dispositivi e anche dalla difficoltà a indossarli per periodi prolungati.
Il mercato degli esoscheletri
Vale oltre 635 milioni di dollari il mercato globale degli esoscheletri (dato 2022 che segnava un incremento del 34% sull’anno prima) e si stima raggiungerà i 2,3 miliardi di dollari entro il 2027, con una crescita media annua superiore al 30%, di riflesso a un aumento dell’incidenza delle malattie professionali, dovuta all’allungamento degli anni lavorativi e quindi dell’età pensionabile. L’indagine appena terminata su 44 imprese (26 italiane) per capire le potenzialità dell’esoscheletro ha confermato che in più di un caso su due c’è alto interesse alla tecnologia per l’esigenza di assistere le persone nel sollevamento pesi: oltre l’82% delle organizzazioni movimenta infatti abitualmente carichi con un peso superiore ai 6 kg. La quota di chi ritiene che l’utilizzo degli esoscheletri sia importante nei settori manifatturieri dove si sollevano pesi sfiora il 90% degli intervistati e tra le aziende coinvolte nel panel, il 46,6% è pronta ad acquistare e utilizzare l’esoscheletro, per gli indubbi vantaggi in termini di sicurezza, aumento della produttività, riduzione degli infortuni sul lavoro. Tra i fattori critici che il progetto SuperHuman ambisce a superare nei prossimi due anni ci sono il rapporto costi-efficacia degli attuali esoscheletri, i costi di manutenzione e riparazione, il tempo impiegato per indossarlo e spogliarsi, la durata delle batterie nel caso di esoscheletri attivi, l’instabilità della postura e i rischi di lividi, abrasioni e interferenze con altri dispositivi elettronici.
Il caso Bonfiglioli
Nello stabilimento bolognese del gruppo Bonfiglioli e nella portoghese MCH sono da poco terminati i test preliminari su SuperHuman, che hanno fornito indicazioni su come svilupparlo Il Centro tecnológico de automoción de Galicia (Ctag), in collaborazione con Arti-Er e l’Università di Bologna guiderà i test e curerà la validazione e valutazione del nuovo esoscheletro, che sarà poi industrializzato dalla società basca Gogoa Mobility Robots. «L’iniziativa SuperHuman è parte del nostro programma aziendale volto a migliorare il benessere dei dipendenti e a rendere le attività lavorative più confortevoli, sicure e sostenibili, uno dei tanti progetti su cui stiamo lavorando», spiega Sonia Bonfiglioli, presidente della multinazionale di famiglia leader mondiale nei motoriduttori, che ha chiuso il 2023 con 1,3 miliardi di euro di fatturato (+43% dall’emergenza Covid) e 4.800 dipendenti tra i 20 siti produttivi nel mondo, 26 filali commerciali e 7 centri di R&S tra Italia, Germania, India e Cina. «L’esoscheletro è il simbolo della nuova fase 5.0 non solo dell’industria ma della società, che dopo aver fatto sue le tecnologie digitali, IoT, robotica e cloud dell’era 4.0 si prepara a inserirle nella vita e nel lavoro quotidiani non più per efficientare processi e prodotti ma per migliorare la salute e il benessere dell’uomo».
SuperHuman simbolo della fabbrica 5.0 sostenibile e inclusiva
Deve entrare nei libri di storia economica come capitolo del passato, l’immagine della fabbrica manifatturiera come luogo pericoloso e faticoso per le persone, dove si accettano in modo tacito condizioni di rischio per la salute umana, che siano sostanze inquinanti, dannose o mansioni usuranti . «L’esoscheletro – sottolinea Bonfiglioli – è anche una opportunità per rendere non solo sostenibile ma anche inclusivo il lavoro nella manifattura 5.0, perché permette di migliorare e coinvolgere in fase operativa anche figure più fragili, persone ocn handicap e donne per le quali il sollevamento di pesi può essere un ostacolo all’inserimento in azienda. Quano c’era mio padre (Clementino Bonfiglioli, il fondatore del gruppo morto nel 2010, ndr) i robto in fabbrica erano chiusi nelle gabbie – ricorda la presidente – oggi lavoriamo in azienda tra Agv e cobot che operano al fianco delle persone. Gli esoscheletri sono un ulteriore step in questa interazione sempre più stretta uomo-macchina, per cui alla macchina restano le mansioni ripetitive e usuranti e all’uomo la componente intellettiva, relazionale e creativa del lavoro».
Fonte: Il Sole 24 Ore