Bologna dà il via al progetto pilota di gemello digitale della città

Dopo oltre un anno di lavoro, dopo la firma sulle alleanze con le città di Barcellona e Amburgo e dopo i primi prototipi di piattaforma, il progetto di “Gemello digitale urbano” di Bologna entra nel vivo della sua realizzazione: grazie al finanziamento di 7 milioni di euro – provenienti dal fondi europei PON Metro – il sindaco del capoluogo emiliano, Matteo Lepore, ha infatti ufficializzato oggi il via alla costruzione del dataset che alimenterà il modello virtuale della città, con il coinvolgimento di cittadini e la collaborazione di due partner bolognesi che su big data e ricerca hanno acquisito una leadership mondiale (il consorzio interuniversitario Cineca, il maggior centro di calcolo in Italia dotato del supercomputer Leonardo; e l’Alma Mater, la più antica università del mondo), oltre alla Fondazione Bruno Kessler, l’ente di ricerca di Trento che coordinerà il consorzio, e alla Fondazione innovazione urbana, che garantirà la diffusione e delle conoscenze acquisite attraverso il digital twin.

L’utilizzo

Sono tre i filoni su cui sarà prioritariamente utilizzato il Gemello ditale di Bologna, sfruttando la rappresentazione virtuale creata dall’interconnessione dinamica di enormi moli di dati raccolti e rielaborati attraverso machine learning e AI: mobilità, energia e cambiamenti climatici. Ad esempio, per simulare interventi che permettano di migliorare i flussi di traffico, la mobilità delle persone e di ridurre i tempi degli spostamenti; o per studiare dove e come investire sul patrimonio edilizio e sul territorio per ridurre emissioni e rischi idrogeologici. In linea con gli impegni presi da Lepore a inizio mandato di trasformare Bologna nella “città della conoscenza” (riqualificando grandi aree urbane dismesse), di raggiungere la neutralità climatica nel 2030 (con misure come i 30 km/h di velocità in centro e i grandi cantieri di tram, passante, ferrovia metropolitana e bicipolitana) e di risolvere il nodo della tensione abitativa creando 10mila alloggi in un decennio.Bologna, grazie a questo investimento, diventerà anche il progetto pilota italiano di “gemello digitale urbano” per il Centro nazionale HPC Big Data e Quantum Computing. E si prepara a fare scuola anche su come governare in modo democratico i dati e come garantire che questa tecnologia sia neutra e inclusiva anche in termini giuridici ed etici, tutelando la sicurezza dei cittadini pur a fronte della condivisione pubblica di enormi quantità di dati. Nell’ambito del progetto di sviluppo del Gemello digitale grbano, il Comune ha inoltre approvato un memorandum d’intesa con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per sviluppare applicazioni spaziali innovative, in particolare per la pianificazione e monitoraggio delle infrastrutture e la protezione del verde naturale e della biodiversità.

Fonte: Il Sole 24 Ore