Bolzano, imprese contro il nuovo Piano rumore

Fa discutere il nuovo Piano rumore recentemente approvato dalla Giunta Comunale di Bolzano, e che ora passerà in Consiglio. La legge provinciale ”Disposizioni in materia di inquinamento acustico” è del 2012, e la zonizzazione «consiste nella regolamentazione dei livelli ammissibili di inquinamento acustico in funzione dell’uso prevalente del territorio, con l’obiettivo di garantire la salute e la qualità della vita dei cittadini e permettere contestualmente un normale sviluppo delle attività economico-produttive».

Nella delibera dello scorso 24 giugno si fa riferimento diretto al fatto che «nella zona produttiva Bolzano Sud insiste un’attività soggetta a valutazione di impatto acustico, Acciaierie Valbruna», per cui si sta profilando la scadenza della concessione dell’area e degli stabilimenti di proprietà della Provincia stessa. Il nuovo PCCA è, per 60 giorni, aperto alle osservazioni dei cittadini.

Rischio delocalizzazione

Nella premessa del PCCA si introduce la possibilitá di spostare le aziende dalla Zona industriale stessa, ed è questo il punto delicato che rappresenta un problema per le attività produttive: «Le conseguenze di questa impostazione saranno la perdita di posti di lavoro qualificati essenziali per dare un futuro ai nostri giovani nonché minor gettito fiscale per finanziare i nostri servizi essenziali» sottolinea Vinicio Biasi, rappresentante del Comprensorio Bolzano Città di Confindustria Alto Adige.

La premessa del Piano Rumore – sottolinea l’associazione – prevede infatti espressamente «la volontà di incentivare la delocalizzazione delle imprese industriali dalla zona industriale stessa. Al contrario di altri Paesi e Regioni, anche vicini, che cercano con sforzi notevoli di attrarre nuove aziende consapevoli dei posti di lavoro altamente qualificati e del grande valore aggiunto per il territorio che l’industria riesce a garantire».

Produzioni innovative

Non solo: «Le imprese della zona industriale sono impegnate a investire su processi produttivi altamente innovativi e automatizzati per poter reggere la competizione con le aziende di tutto il mondo. Tali investimenti per poter essere ottimizzati e ammortizzati necessitano di cicli di produzione estesi, talvolta anche continui. Il Piano Rumore, nota con grande preoccupazione il Comprensorio Bolzano Città, stabilisce invece limiti acustici restrittivi e che rendono impossibile realizzare tali investimenti. Inoltre, esso pone ostacoli insormontabili alle imprese stesse per l’ottenimento della certificazione ambientale, qualifica essenziale per la competitività attuale e futura».

Fonte: Il Sole 24 Ore