Bonus di Natale da 100 euro: dalle tasse ai beneficiari, cosa c’è da sapere

Novità in arrivo per i lavoratori con redditi fino a 28mila euro, ai quali è destinato il bonus da 100 euro netti inizialmente pensato per le tredicesime ma poi slittato a gennaio per problemi di coperture. Ora il buon andamento dei conti ha cambiato la situazione. Il decreto legislativo Irpef-Ires, che lo contiene, entrerà in vigore il primo gennaio, «ma siamo riusciti ad anticipare il bonus Befana a dicembre 2024 grazie al fatto che le entrate stanno andando bene», ha annunciato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, intervenuto a Speciale Telefisco del Sole24ore. Il “bonus Befana” è dunque diventato “bonus Natale”.

Leo ha aperto anche alla possibilità di far arrivare più soldi in busta paga, rispetto ai circa 80 che sarebbero rimasti calcolando anche le tasse. Grazie a queste entrate, infatti, «puntiamo ad un bonus di 100 euro netti senza tassazione», ha spiegato. Il bonus prenderà forma attraverso un emendamento del governo al decreto omnibus, che dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Le commissioni Bilancio e Finanze del Senato dovrebbero iniziare lunedì 23 settembre il voto sugli emendamenti, con l’obiettivo di portare il testo in Aula entro la prossima settimana.

I beneficiari

Il bonus Natale è riservato alle famiglie a basso reddito: i lavoratori dipendenti con figli e con redditi tra 8.500 e 28mila euro annui. Il costo stimato è di 100 milioni di euro. La platea è di circa un milione di destinatari. «Puntiamo a un bonus di 100 euro netti senza tassazione», ha spiegato Leo.

Il veicolo legislativo

Il sostegno è inserito nel decreto legislativo Ires-Irpef che ha ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri il 30 aprile. Il provvedimento non è ancora giunto in parlamento per i pareri. L’esecutivo punta a togliere la norma che prevede il bonus da questo decreto legislativo e di inserire la soluzione nel decreto legge omnibus (dl 113 del 2024), all’esame delle commissioni Finanze e Bilancio del Senato.

Obiettivo: taglio delle tasse per i redditi medi

Quanto alla riduzione della pressione fiscale – ha continuato Leo – «sappiamo che i contribuenti che hanno un reddito tra i 28 e i 50mila euro oggi hanno un’aliquota del 35 per cento. L’obiettivo se, appunto, come ribadisco, ci saranno, si troveranno le risorse, è portarlo al 33%, magari spingerci un po’ più là per quelli che fanno parte della terza fascia, quella del 43% e portarla sino a 60mila euro, quindi prendere 10mila della terza fascia e posizionarli sul 33 per cento. Però tutto con la prudenza del caso, è tutto da vedere sulla base delle risorse che si riusciranno a reperire».

Fonte: Il Sole 24 Ore