Boom di maltrattamenti in famiglia, crescono i reati sui minori: quasi 7mila nel 2023

Maltrattamenti in famiglia, violenze sessuali, abbandono, violazione degli obblighi di assistenza familiare, atti sessuali con minorenni. Sono reati odiosi, ripugnanti, intollerabili quelli che colpiscono i minori in Italia. Dai dati del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale per la campagna “Indifesa” di Terre des Hommes risulta che nel 2023 i reati a danno dei minori sono stati quasi 7mila, esattamente 6.952, in media 19 al giorno. Reati aumentati del 35% in dieci anni e addirittura dell’89% dal 2006. I dati sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes alla Camera – alla presenza del presidente della Camera Lorenzo Fontana, della vice questore della Polizia di Stato Eugenia Sepe, di Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – in occasione della presentazione del Dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” 2024 e in vista della Giornata internazionale delle bambine dell’11 ottobre.

Le vittime di crimini sessuali sono soprattutto bambine e ragazze

Sono le bambine e le ragazze le più colpite dai reati a danno di minori: nel 61% dei casi, infatti, sono loro le vittime. E a far aumentare questa percentuale sono soprattutto i crimini sessuali: a partire dalla violenza sessuale e dalla violenza sessuale aggravata, che vedono rispettivamente l’89% e l’85% di vittime femminili, passando per gli atti sessuali con minorenni (il 79% di vittime è femmina), detenzione di materiale pornografico e corruzione di minorenne (entrambi con il 78% di vittime di genere femminile), fino alla prostituzione e pornografia minorile (in entrambi le vittime sono al 64% bambine o ragazze).

Bambini e ragazzi vittime di omicidi volontari e abbandono

Hanno in maggioranza vittime maschili l’omicidio volontario (67%), l’abbandono di persone minori o incapaci (61%), l’abuso dei mezzi di corruzione o di disciplina (59%) e la sottrazione di persone incapaci (55%). Le vittime sono in parità nei reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare (entrambi i generi al 50%) e di maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli (vittime femminili 51%).

Sepe: nel mondo virtuale minori sempre più esposti e indifesi

«I dati dimostrano un incremento delle denunce da parte delle vittime. Ciò significa che le azioni intraprese dalle Forze di Polizia sul fronte delle campagne di informazione, tese a scardinare gli ostacoli di carattere socioculturale che hanno alimentato e alimentano ancora le violenze e gli abusi sui minori, stanno producendo risultati che confermano il rapporto di fiducia instaurato con le vittime», spiega Eugenia Sepe, vice questore Polizia di Stato. «Un risultato – spiega Sepe nel corso di una video intervista al Sole 24 Ore – che non distoglie il nostro sguardo dal “numero oscuro” di casi non denunciati e da tutti quei delitti che si consumano nel “mondo virtuale” dove i minori sono sempre più esposti ed indifesi».

Ferrara: battaglia culturale per una società più inclusiva, basata sul rispetto

Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes, ha messo in luce due fattori che emergono dai dati: «In primo luogo l’immagine della famiglia come luogo sicuro e accogliente, come nido in cui i bambini possono crescere per imparare a spiccare il volo, mostra più di una crepa e chiama in causa tutti i nostri sforzi affinché i genitori non debbano affrontare in solitudine una fragilità che appare sempre più evidente. In secondo luogo, la violenza, soprattutto quella fisica, continua a consumarsi in maggioranza sul corpo delle bambine e delle ragazze e questo, non ci stancheremo mai di dirlo, costringe tutti noi a non mollare la presa su una battaglia culturale, per superare la struttura patriarcale e creare una società più inclusiva fondata sul rispetto dell’altro, che è ancora lontana dal produrre i cambiamenti sperati».

Fonte: Il Sole 24 Ore