Borsa, effetto Fed sull’Europa. Sussidi Usa ai minimi da gennaio
Londra migliora dopo la Bank of England, scende la sterlina
Rimonta della Borsa di Londra, passata in positivo, frenata della sterlina e movimenti contenuti per i rendimenti dei titoli di Stato inglesi: questa la reazione dei mercati finanziari alla decisione della Banca di Inghilterra di mantenere invariati i tassi di interesse al 5,25%. L’indice Ftse100, che perdeva lo 0,7% prima dell’annuncio, ha recuperato fino a passare in positivo per poi frenare nuovamente. La sterlina, che trattava a 1,23 dollari, è scivolata in area 1,224 per poi portarsi a 1,227. Il rendimento dei titoli di stato a 10 anni si è spinto temporaneamente al 4,30% per poi rientrare al 4,275-4,280%.
Attenzione venerdì sulla Bank of Japan, che chiuderà la settimana delle banche centrali. Intanto, la banca centrale svizzera ha lasciato invariati i tassi all’1,75% mentre quella svedese ha alzato il costo del denaro dello 0,25% al 4%, come previsto, e prevede ulteriori rialzi.
Turchia: Banca centrale alza tassi al 30%, record dal 2003
La Banca centrale turca ha aumentato il tasso di riferimento per il quarto mese consecutivo, ora fissato al 30%, con un aumento di 5 punti, il più alto dal 2003. Di fronte a un’inflazione in piena ripresa, prossima al 60% in un anno, la banca centrale «ha deciso di proseguire il processo di stretta monetaria per consentire la disinflazione il più rapidamente possibile», spiega un comunicato stampa.
A Piazza Affari pesanti i titoli oil. Sul Ftse Mib bene Unicredit
A Milano è pesante la performance dei petroliferi (Tenaris, -Saipem) ma anche settore sanitario e titoli industriali sono sotto pressione. In controtendenza le banche soprattutto con Unicredit ai massimi da quasi otto anni grazie all’annuncio di una nuova tranche da 2,5 miliardi di acquisto di azioni proprie. Fuori dal listino principale bene Ovs dopo la semestrale e Safilo dopo l’accordo con Amazon per gli occhiali smart di Carrera che incorporano la tecnologia utilizzata da Alexa.
Dollaro in corsa dopo la Fed, euro punta a quota 1,06
Sul mercato valutario le indicazioni emerse dal meeting della banca centrale americana hanno spinto il dollar index (che misura l’andamento del biglietto verde contro un paniere di divise) ai massimi da inizio anno in area 105 mentre il cambio con la divisa unica europea è tornato ai minimi dal marzo scorso. «A questi livelli molto se non tutto sul fronte della
politica monetaria sembra prezzato», dicono gli analisti di Mps. Venerdì attesi gli annunci della Bank of Japan sulla politica monetaria: da capire se l’istituto sorprenderà il mercato portando i tassi a zero o avviando un percorso di normalizzazione.
Fonte: Il Sole 24 Ore