Borsa Italiana punta su 24 aspiranti matricole

Borsa Italiana punta su 24 aspiranti matricole

A scuola di quotazione. Sono 24 le società selezionate da Borsa Italiana che da lunedì 27 gennaio per sei mesi torneranno sui banchi per imparare i segreti del mercato azionario partecipando alla seconda edizione del programma Ipoready. Se lo scorso anno dopo l’euforia post pandemia l’entusiasmo per il listino sembra essersi smorzato, con 22 Ipo e 30 delisting, queste imprese sono disposte a crederci e a valutare l’opzione. «Ad accomunarle – sottolinea Barbara Lunghi, responsabile dei mercati primari azionari di Borsa Italiana (Gruppo Euronext) – è la chiara attitudine alla crescita, insieme alla volontà di innovare e di guidare il proprio settore di appartenenza con un occhio attento alla sostenibilità. Tutte guardano all’approdo sul listino come possibile scelta strategica. Noi le aiutiamo ad acquisire una consapevolezza e le guidiamo alla scoperta degli strumenti a disposizione».

La lista

Insieme vantano un fatturato aggregato di circa 3 miliardi e in media registrano ricavi per 125 milioni. Pmi, ma non solo. Tra i settori spiccano a pari merito i beni di consumo e il manifatturiero, con sette società ciascuno. La più grande della lista è Irca Group, che esporta cioccolato, creme e pistacchi in oltre cento Paesi, ha già raggiunto il miliardo di fatturato e conta oltre 2mila dipendenti. C’è Riso Gallo, che ha puntato sull’agricoltura sostenibile, la società benefit Legami (articoli da regalo), le giacche realizzate a mano di Blazè, lo showroom di arredamento Mediceram o il network di pizzerie Mammina. Ma anche la società agricola bresciana La Linea verde, conosciuta per il marchio Dimmidisì.

A rappresentare il manifatturiero sono la campana Euroflex specializzata nella siderurgia flessibile, il Gruppo Tedeschi (Roma), attivo nelle pulizie industriali e nelle sanificazioni. Ma anche la bresciana Montecolino, che da oltre 40 anni produce pavimentazioni e rivestimenti tessili, la piemontese Silvateam, leader mondiale nella produzione di estratti vegetali, l’abruzzese Società Chimica Bussi che ha sposato la causa green, le pugliesi Stampa Sud (che produce stampati commerciali, editoriali e cartotecnici) e Comes (fabbricazione di apparecchi elettrici, materiali elettrici e componenti elettronici) fondata dall’ex presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo. Nel settore dell’energia figurano la veneta De Angeli Prodotti (conduttori automotive hi-tech), la marchigiana Techfem (società di ingegneria multidisciplinare con un occhio all’efficienza energetica) e la piemontese Trigenia, Energy service company.

Nel settore della tecnologia la veneta Aton (società benefit) che affianca le imprese nello sviluppo sostenibile e digitale, la tech digital media company lombarda Netmediaclick, la campana Nexting. Per il cleantech la ravennate Agnes Holding, attiva in progetti innovativi per lo sviluppo offshore delle energie rinnovabili in mare Adriatico e la lombarda Rubberjet (riciclo di pneumatici di media e grande durata). Nel settore delle tlc c’è Arpitel, nel medtech Leghe Leggere Lavorate (componentistica per la chirurgia).

In testa c’è la Lombardia con dieci aziende. «Qui – spiega Lunghi – ha avuto senz’altro un impatto l’incentivo Quota Lombardia. E’ uno strumento molto lungimirante che copre parte dei costi sostenuti in fase di quotazione e nei tre anni successivi». Il bando è appena partito e resterà aperto fino al dicembre 2027. In palio ci sono 25 milioni a fondo perduto. A livello nazionale la manovra 2025 ha invece esteso fino al 2027 il bonus Ipo per le aziende che si quotano con un credito di imposta del 50% sui costi di consulenza sostenuti.

Fonte: Il Sole 24 Ore