Borsa, l’Europa ora guarda alla Trumpflation. Indici cauti in attesa dei prezzi al consumo Usa
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Dal Trump trade alla Trumpflation: all’indomani della prima seduta negativa a Wall Street dalle elezioni Usa e della generale flessione dei listini europei, l’attenzione degli investitori del Vecchio Continente si sposta dai possibili benefici per l’economia americana delle politiche annunciate da Donald Trump alle loro probabili conseguenze sui prezzi al consumo e, quindi, sulle mosse della Federal Reserve. Osservato speciale di giornata sarà allora il dato sull’inflazione americana di ottobre, per capire quale potrà essere il livello di partenza su cui si innesteranno dal 2025 le misure del nuovo presidente. Gli indici continentali si mantengono così cauti con il FTSE MIB di Piazza Affari poco mosso. Gli operatori della Borsa milanese attendono anche il collocamento di titoli di Stato per oltre 8 miliardi.
Tra i principali titoli milanesi, guadagnano terreno le banche, guidate da Banca Mps , Banco Bpm e Bper. Deboli invece Stmicroelectronics , Erg e Stellantis .
Dollaro sempre forte, realizzi sul Bitcoin dopo il rally
Sul mercato valutario si conferma la forza del dollaro con l’euro schiacciato verso quota 1,06 mentre lo yen è vicino ai minimi da tre mesi sul biglietto verde. Un euro vale 1,0605 dollari da 1,0606 martedì in chiusura. La moneta unica scambia anche per 164,44 yen (da 163,98), mentre il rapporto dollaro/yen è a 155,08 (da 155,60). Sul fronte dell’energia è poco mosso il prezzo del petrolio, con il future dicembre sul Wti a 68,12 dollari al barile (invariato) e il contratto per gennaio sul Brent a 71,94 dollari (+0,04%). In calo del 2% a 43,3 euro al megawattora il gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.
Realizzi sul Bitcoin dopo il rally: è in calo del 2,9% a 87.013 dollari.
Tokyo in calo dell’1,7% su prospettiva guerra dazi Usa-Cina
La Borsa di Tokyo, intanto, si è allineata ai ribassi segnati dai listini occidentali che martedì hanno accusato la prima battuta d’arresto dalla vittoria elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti. L’indice Nikkei ha chiuso le contrattazioni in flessione dell’1,66% mentre il Topix ha ceduto l’1,21 per cento. Sono i timori sulle politiche della nuova amministrazione statunitense a pesare sia nel senso di un possibile atteggiamento aggressivo sui dazi che penalizzi la Cina e l’economia asiatica nel complesso sia nel senso di misure che spingono l’inflazione e possono penalizzare la crescita globale. Tra i titoli più penalizzati sul listino di Tokyo big come Toyota, Honda e Sony. Spicca invece il +12% circa della catena di minimarket Seven&i che punterebbe a riacquistare i propri titoli e a delistarsi dalla Borsa dopo aver respinto le offerte del gruppo canadese Couche-Tard.
Fonte: Il Sole 24 Ore