Borsa Tokyo: nessun effetto trainante dai dati di Nvidia, Nikkei -0,85%. Bitcoin sfiora i 98.000 $
Chiusura in calo per la Borsa di Tokyo, con l’indice di riferimento Nikkei che ha perso lo 0,85% a 38.026,17 punti, mentre il più ampio indice Topix ha lasciato sul terreno lo 0,57% a 2.682,81 punti. A trascinare al ribasso i listini le rinnovate preoccupazioni per l’escalation del conflitto tra Russia e Ucraina. La pubblicazione dei risultati di Nvidia non ha invece avuto un effetto trainante, malgrado il colosso dei chip abbia ancora una volta superato ampiamente le aspettative medie per gli utili trimestrali. Anzi i titoli tecnologici hanno reagito negativamente a previsioni di vendita per il quarto trimestre che non hanno raggiunto il limite superiore delle stime degli analisti. Tra i titoli del settore dei semiconduttori, Tokyo Electron ha ceduto lo 0,41%, Renesas lo 0,66% e Advantest l’1,63 per cento.
Le prospettive di guadagno di Nvidia hanno avuto ripercussioni sui suoi fornitori e sui mercati globali, date le dimensioni e il ruolo dell’azienda nel boom dell’intelligenza artificiale. «I risultati stellari di Nvidia non sono ancora riusciti a soddisfare le elevate aspettative del mercato», ha affermato Charu Chanana, capo stratega degli investimenti di Saxo Markets, interpellato da Bloomberg. «Anche le azioni asiatiche stanno affrontando un’ondata di avversione al rischio, poiché i rischi di escalation tra Russia e Ucraina restano sotto i riflettori». Le azioni di Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. sono crollate fino all’1,5%. La SK Hynix coreana, un fornitore di Nvidia, è crollata fino all’1,4% a Seul.
Le azioni delle unità indiane di Adani Group sono crollate a Mumbai e il conglomerato ha annullato una vendita obbligazionaria da 600 milioni di dollari dopo le accuse dei procuratori statunitensi. Adani, una delle persone più ricche del mondo, è accusato di aver partecipato a un piano che prevedeva la promessa di pagare più di 250 milioni di dollari in tangenti a funzionari del governo indiano per ottenere contratti di energia solare.
Intanto si segnalano nuovi record per il Bitcoin, che sfiora i 98.000 dollari toccando un massimo a 97.902 dollari in salita di oltre il 10%. Al momento la principale criptovaluta per capitalizzazione è scambiata a 96.939 dollari in rialzo del 4,96%. Prosegue quindi “l’effetto Trump”: dalla vittoria alle elezioni la corsa del bitcoin ha portato a un rally del 40%.
A spingere ancora la rialzo le quotazioni, le indiscrezioni secondo cui Trump starebbe pensando di creare una posizione alla Casa Bianca dedicata alla gestione delle politiche legate alle criptovalute. «Il bitcoin è sulla strada per raggiungere la fenomenale valutazione di 100.000 dollari, sostenuto dalla crescente fiducia che l’amministrazione Trump inaugurerà un’era favorevole alle criptovalute, e gli speculatori si stanno allineando a questa narrativa», ha osservato Stephen Innes, analista di Spi Asset Management. Tra le misure attese, vi sarebbe la creazione di una riserva strategica di bitcoin negli Stati Uniti, che potrebbe spingere altri Paesi a riconoscere maggiormente la legittimità di questa valuta virtuale. Donald Trump ha anche promesso di allentare drasticamente la regolamentazione nel settore delle valute digitali.
Fonte: Il Sole 24 Ore