
Borsa, Tokyo spera nella missione giapponese anti dazi e chiude positiva
L’Asia in Borsa parte contrastata. La Borsa di Tokyo tenta un recupero dai minimi in sei mesi nella prima seduta della settimana, seguendo l’accelerazione degli indici azionari Usa, malgrado continui l’incertezza sulla evoluzione delle trattative dopo l’imposizione dei dazi Usa, e le ripercussioni sul commercio globale. Il listino di riferimento Nikkei mette a segno un rialzo dello 0,38%, a quota 37,028.27 con un guadagno di 141 punti. Sul mercato dei cambi lo yen si rivaluta sul dollaro, a 147,60, e sull’euro a 160,10.
Tutto questo mentre il ministro del commercio giapponese, Yoji Muto, si è recato a Washington per discutere di come evitare l’aumento dei dazi statunitensi sulle esportazioni giapponesi di acciaio, alluminio e automobili.
L’apertura di Tokyo era apparsa cauta, seguendo il tentativo di ripresa degli indici azionari Usa, dopo la forte volatilità dei giorni scorsi e l’incertezza sulle ripercussioni sul commercio globale dovute all’imposizione dei dazi Usa. Il listino di riferimento Nikkei segnava al suono della campana una variazione appena positiva dello 0,03%, dai minimi in 6 mesi, a quota 36.897,76. Sul mercato valutario lo yen continua a rafforzarsi sul dollaro, a 147,30, e sull’euro a 159,90.
In calo gli indici cinesi, a mercati ancora aperti. Shanghai lascia lo 0,15%, più pesanti il China A50 -0,48% e soprattutto Hong Kong -1,72%. I dazi di Pechino del 10-15% a carico di alcuni prodotti agricoli americani entrano oggi in vigore, ultima rappresaglia contro la mossa Usa che ha appena doppiato al 20% le tariffe su tutto l’import verso gli Stati Uniti di beni made in China in base all’incapacità del Dragone di fermare i flussi del fentanyl, la droga sintetica che è responsabile di circa 100mila morti all’anno in America.
Sempre in Cina, a livello congiunturale, i prezzi al consumo hanno registrato a febbraio una frenata a -0,7% su base annua: il dato, diffuso domenica dall’Ufficio nazionale di statistica, è un’inversione di rotta rispetto al +0,5% di gennaio (-0,5% le attese dagli analisti) ed è il primo risultato negativo da gennaio del 2024. L’inflazione core, al netto di cibo ed energia, si è attestato a -0,1% (da +0,6%). Su base mensile, invece, la stastitica ha registrato un rialzo dello 0,2% contro il +0,7% di gennaio. I prezzi alla produzione, infine, sono scivolati per il 29mo mese del 2,2% (-2,1% di stime e -2,3% a gennaio), al passo più contenuto da agosto 2024.
Fonte: Il Sole 24 Ore