Borse, dicembre parte bene. Milano a +0,6%. Powell: troppo presto per dire quando taglieremo i tassi
Wall Street in rialzo
Wall Street chiude positiva. Il Dow Jones sale dello 0,82% a 36.245,17 punti, il Nasdaq avanza dello 0,55% a 14.305,03 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,59% a 4.594,63 punti. Tutto ciò dopo che il numero uno della Fed Jerome Powell, durante un evento ad Atlanta ha dichiarato che «è prematuro dire con certezza che il processo di aumento dei tassi d’interesse si sia concluso». Il presidente della Federal Reserve ha aggiunto che «è troppo presto per dire quando cominceremo ad abbassare i tassi».
L‘inflazione ha rallentato il passo, provocando il maggior calo mensile dal 2019 dei rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 e 30 anni. Le prossime decisioni della Federal Reserve sui tassi d’interesse sono attese tra meno di due settimane: nelle ultime due occasioni, i tassi sono stati confermati al 5,25%-5,5%. I trader non credono più che i tassi d’interesse possano essere ancora alzati e continuano a scommettere in parte (44,8%) su un primo taglio dei tassi già a marzo. L’indice sull’attività manifatturiera statunitense è diminuito a novembre più delle attese. Il dato, stilato da Ihs Markit, che ne misura l’andamento è sceso, in lettura finale, a 49,4 punti dai 50 punti di ottobre, mentre le previsioni erano per un dato a 49,6 punti.
Bitcoin al top da 19 mesi
Il bitcoin è in rialzo a più di 38.100 dollari, dopo aver toccato i 38.800 dollari, la quotazione massima raggiunta negli ultimi 19 mesi. Le criptovalute, in generale, continuano a godere di un diffuso ottimismo sulle prossime mosse dei regolatori statunitensi, che dovrebbero presto approvare i primi Etf ‘spot’ sul bitcoin, ovvero uno strumento finanziario regolamentato, il cui prezzo replica il valore degli asset sottostanti, in questo caso il prezzo di mercato del bitcoin. L’introduzione degli Etf attirerebbe una nuova ondata di investitori.
Indice Pmi manifatturiero zona Euro sale a 44,2 a novembre
A novembre, il settore manifatturiero dell’Eurozona ha continua a contrarsi, ma il calo della produzione, dei nuovi ordini, dell’attività di acquisto e delle giacenze è rallentato, grazie al maggiore ottimismo delle aziende che è aumentato ai massimi degli ultimi 3 mesi. L’Indice HCOB Pmi del settore manifatturiero dell’Eurozona,si è attestato a 44,2, in salita da 43,1 di ottobre e al top dallo sorso maggio. Tra le otto nazioni incluse nell’HCOB PMI del settore manifatturiero dell’eurozona, sei hanno registrato una contrazione. L’Austria è stata la nazione a riportare la prestazione peggiore, seguita subito dopo dalla Germania e dalla Francia. Tutte e tre le nazioni hanno però registrato tassi di declino più deboli, ed è stato così anche per i Paesi Bassi e la Spagna. Si è invece intensificata la contrazione del settore manifatturiero italiano.
Spread a 173 punti. Euro perde quota, frena il petrolio
Giù lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari durata tedesco scendea 173 punti base. Sul valutario, l’euro perde quota a 1,08 dollari (da 1,09 dollari in avvio e al closing precedente) e attorno ai 160 yen (da 161,37 alla vigilia). Debole il prezzo del petrolio,dopo un avvio in frenata, all’indomani della riunione dell’Opec che ha annunciato un ulteriore taglio della produzione. Il future gennaio sul Wti si attesta intorno ai 76 dollari al barile, mentre l’analoga consegna sul Brent viaggia attorno agli 80 dollari. In rialzo il gas naturale ad Amsterdam a 43 euro al megawattora. L’oro ha guadagnato 32,90 dollari, l’1,61%, e ha terminato a 2.071 dollari all’oncia, una nuova chiusura record.
Fonte: Il Sole 24 Ore