Borse, Europa cauta con timori su inflazione Usa. Milano la migliore con risiko banche

Borse, Europa cauta con timori su inflazione Usa. Milano la migliore con risiko banche

(Il Sole 24 Ore Radiocor) Borse europeein cerca di direzione, con gli investitori che si interrogano sulla strategia da attuare per il 2025. Intanto ieri Wall Street ha chiuso in calo e questa mattina anche i mercati asiatici sono risultati deboli. In primo piano rimane il rebus sulle mosse delle banche centrali in tema di tassi: se la Bce dovrebbe scendere in campo in modo deciso per sostenere la congiuntura debole del Vecchio Continente, la Federal Reserve potrebbe essere più cauta, considerando che i parametri macro Usa fino a oggi hanno evidenziato un’economia forte e di nuovo alle prese con un’inflazione elevata. Secondo il FedWatch Tool del Cme Group, c’è il 33,3% di possibilità che la Fed lascerà i tassi al 4,25%-4,50% fino a giugno. In più gli analisti continuano a interrogarsi anche sull’impatto che avranno i dazi promessi dal presidente eletto, Donald Trump, anche se dalle ultime indicazioni emerge che potrebbero essere annunciate mosse improntate alla prudenza. Sul fronte macro oggi l’attenzione è rivolta soprattutto al rapporto americano Adp sull’occupazione nel settore privato mentre stasera (ore 20 italiane) saranno pubblicati i verbali della riunione Fed di dicembre. In Europa è stato annunciato che sono risultati in netto calo gli ordini tedeschi del settore manifatturiero. Nel dettaglio lo scorso novembre l’indice ha registrato un -5,4% rispetto a ottobre e un -1,7 per cento rispetto al novembre 2023. Milano, dopo un avvio incerto, ha imboccato la strada del rialzo, con il Ftse Mib sopra i 35mila punti. Lo spread si attesta in area 113 punti e il rendimento dei Btp a dieci anni al 3,61%.

A Piazza Affari in evidenza le banche, fuori da Ftse Mib occhi puntati su illimity

Piazza Affari registra la miglior performance in Europa spinta dai titoli delle banche, con gli investitori che si interrogano sulle operazioni straordinarie all’orizzonte ai fini del consolidamento del settore. Così corrono le azioni di Unicredit, con gli analisti che continuano a scommettere su un’imminente revisione al rialzo dell’offerta lanciata su Banco Bpm. Sono ben impostate anche leBanca Pop Sondrio,mentre sono deboli le Banca Mps Banche a parte, perdono quota le Stellantis e le Pirelli & C, che pagano dazio alla crisi del comparto auto. Secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe allo studio un accordo tra Stellantis, Toyota, Ford, Mazda e Subaru con Tesla per rispettare le emissioni 2025 ed evitare multe. Sono in evidenza le Banca Mediolanum, nel giorno in cui la società ha annunciato che a dicembre ha registrato una raccolta netta da record nel 2024, pari a 10,4 miliardi di euro. Stmicroelectronics perdono terreno in scia al calo registrato da Nvidia. Fuori dal paniere principale, volano del 10% del Illimity Bank, dopo l’annuncio che Banca Ifis ha proposto un’opas del valore complessivo di quasi 300 milioni di euro: l’istituto ha offerto per ogni azione di illimity 0,1 azioni di Banca Ifis di nuova emissione e 1,414 euro.

Euro in calo su dollaro, in rialzo il petrolio

Sul mercato valutario l’euro è in lieve calo sul dollaro, a quota 1,034 (1,037 ieri in chiusura), e anche sullo yen, a quota 163,34 (163,8 ieri). In rialzo di circa mezzo punto il petrolio, con il Brent marzo a 77,4 dollari al barile (+o,5%) e il Wti febbraio a 74,7 dollari (+0,6%). Il gas resta sotto la soglia psciologica dei 50 euro e viaggia a 47,5 euro al megawattora sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.

Borsa Tokyo in calo dello 0,3%, si è indebolito il renmimbi

La Borsa di Tokyo ha chiusi in ribasso dello 0,26%, risentendo delle preoccupazioni sull’inflazione statunitense e sull’incremento dei costi di finanziamento. I titoli dell’elettronica hanno guidato i ribassi, con Omron in calo del 3,9% e Tdk in calo del 2,7 per cento. Il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è salito di 3,5 punti base all’1,175%, il livello più alto da luglio 2011. Gli investitori si stanno concentrando sugli eventuali sviluppi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, dopo l’inserimento di due società cinesi nella black list, e sui conflitti in Medio Oriente. La valuta cinese si è indebolita ai minimi degli ultimi 16 mesi, per le preoccupazioni sempre più marcate sui dazi di Trump. Il renminbi onshore si è indebolito dello 0,1% a 7,34 Rmb rispetto al dollaro, valore più basso dal settembre 2023, nonostante la Banca Popolare Cinese abbia mantenuto un tasso di fissaggio stabile in vista dell’insediamento di Donald Trump questo mese. La valuta cinese può essere scambiata entro il 2% del tasso giornaliero fissato dalla banca centrale e il tasso di cambio si sta avvicinando al limite inferiore della banda di negoziazione.

I titoli della Cina continentale e di Hong Kong appaiono con il segno meno, guidati dai ribassi nei settori dei chip e dei consumi, mentre le tensioni geopolitiche e le incertezze economiche mantengono il sentiment basso. Alla pausa di mezzogiorno, l’indice cinese delle blue-chip CSI300 appare in calo dell’1,5% e l’indice Shanghai Composite risulta indebolito dell’1,46% a 3.182,48 punti. A Hong Kong, l’indice di riferimento Hang Seng è sceso dell’1,6%, estendendo il calo al terzo giorno consecutivo e raggiungendo il punto più basso dalla fine di settembre. A guidare il trend, le azioni delle aziende di semiconduttori crollate del 3,3 per cento.

Fonte: Il Sole 24 Ore