Borse, Europa prudente in attesa dei dati sul lavoro Usa. A Milano sprint Moncler
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Le Borse europee aprono poco mosse. L’attenzione è sui bond, dopo la crisi politica che si è aperta in Francia, con la sfiducia al governo di Michel Barnier e con il presidente francese, Emmanuel Macron, che ha annunciato che cercherà la quadra per la formazione di un nuovo esecutivo. Ad ogni modo la febbre sui titoli di stato francese sta calando, con il rendimento delle obbligazioni di stato a 10 anni che si è portato al 2,87% e lo spread calato a 78 punti. In Italia lo spread è sotto i 109 punti (a 108,7 punti) e il rendimento dei titoli di stato a dieci anni in ribasso al 3,18%. L’attesa dei mercati è in ogni caso tutta rivolta al dato americano sul mercato del lavoro, cruciale in ottica Fed. Intanto in Europa è emerso che a ottobre la produzione industriale tedesca è scesa ancora: su base mensile dell’1% (consensus +1%), su base annua del 4,5%.
Attesa per i dati Usa sul lavoro a novembre
Le previsioni sono incentrate su un aumento di 200.000 posti di lavoro a novembre, in ripresa rispetto al debole aumento di 12.000 di ottobre, quando il risultato è stato influenzato da uragani e scioperi. Il tasso di disoccupazione dovrebbe salire al 4,2% dal 4,1%.I mercati prevedono un risultato né così forte da minacciare le prospettive di un taglio dei tassi, né così debole da suscitare preoccupazioni sull’economia.
Focus sulle banche con partita Unicredit, Bpm e Mps
A Piazza Affari (future +0,14%) l’attenzione sarà ancora rivolta alle banche, grazie alle quali ieri il Ftse Mib è salito dell’1,59%. In primo piano il risiko bancario che coinvolge Unicredit, Banco Bpm e Mps. Rimangono sotto la lente le Stellantis, che ieri hanno continuato a risalire la china dai minimi toccato nei giorni scorsi, dopo l’annuncio dell’addio di Carlos Tavares.
Bitcoin: tira il fiato dopo i record, viaggia sotto 98.000 $
Dopo avere sfondato ieri la soglia dei 100.000 dollari, per la prima volta da quando è stato creato a gennaio 2009, Bitcoin tira il fiato e rallenta il passo, scambiando sotto i 98.000 dollari (al momento 97.847 dollari). Nella notte era arrivato a cedere il 7% a 92.144 dollari, a conferma della forte volatilità dell’asset. Resta comunque la valorizzazione stellare complessiva del mercato della criptovaluta, oltre 2.000 miliardi di dollari. Così, mentre alla vigilia è arrivata un’importante apertura da parte del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che lo ha paragonato all’oro, ovvero pensandolo come una ipotetica futura riserva di valore, gli analisti si interrogano sulla traiettoria che potrà seguire: «Anche se sembra che ci sia ancora spazio per correre, ci si aspetta che gli investitori incassino un po’ di guadagni», hanno detto gli esperti di eToro, spiegando che «se si guarda ai cicli precedenti, non è insolito vedere crolli del 20%-40% nel prezzo di Bitcoin durante i mercati toro».
Euro si rafforza, petrolio poco mosso
Sul valutario, l’euro è fermo a 1,057 dollari. Vale inoltre 158,64 yen, mentre il dollaro-yen si attesta a 150.
Lima il prezzo del petrolio: il Wti gennaio passa di mano a 68,17 dollari al barile (-0,19%). Il gas è in calo dell’1,1% a 46 euro al megawattora. Infine il Bitcoin è in netto ribasso il 3,98% attestandosi a 97.869,5 dollari.
Fonte: Il Sole 24 Ore