Borse, l’Europa tira il fiato dopo il rally. Attesa per i dati sul lavoro Usa
Spread in rialzo a 175 punti
Spread in leggero aumento tra BTp e Bund a 175 punti, dopo il closing a 174 della giornata precedente. In leggero rialzo si segnala anche il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato una prima posizione al 3,96%, dal 3,95% del riferimento della vigilia.
Frena ancora l’industria tedesca, in calo il deficit francese
Tra i primi dati macro della giornata, c’è quello sulla produzione industriale tedesca, che ha registrato a ottobre un calo dello 0,4% su base mensile. Secondo l’Ufficio federale di statistica (Destatis), è il quinto mese consecutivo di flessione. Su base annuale la contrazione è pari al 3,5%.
Invece il deficit della bilancia commerciale della Francia si è leggermente ridotto a ottobre, attestandosi a 8,5 miliardi di euro (contro gli 8,7 di settembre). Per l’Agenzia delle Dogane francese, il miglioramento è legato alla riduzione della bolletta energetica..
Tokyo chiude in ribasso, sulla scia dei dati sull’import cinese
La Borsa di Tokyo chiude in calo, dopo il ritracciamento degli indici azionari Usa (NIKKEI) 225 . In ribasso anche l’indice HANG SENG di Hong Kong. Poco mosse le piazze della Cina continentale, appena sotto la parità sia lo SHANGHAI STOCK EXCHANGE A SHARES INDEX sia l’indice di Shenzhen. Pesano i dati sull’economia cinese.
A novembre, il Paese ha registrato un surplus commerciale di 68,39 miliardi di dollari, in rialzo sui 66,49 miliardi dello stesso mese del 2022 e ben oltre i 58 miliardi stimati alla vigilia dagli analisti. I dati, diffusi dalle Dogane cinesi, beneficiano di un export tornato a sorpresa positivo – per la prima volta in 7 mesi – grazie alla frazionale crescita dello 0,5% contro attese a -1,1%, mentre l’import cede lo 0,6% a fronte di previsioni pari a +3,3%. Le esportazioni cinesi sono in salita, interrompendo la striscia di serie di sei cali mensili consecutivi: +0,5% su base annua (a 291,93 miliardi di dollari) contro il -6,4% di ottobre. Le importazioni, invece, sono calate dello 0,6% (a 223,5 miliardi) dal +3% di ottobre, a segnalare una debolezza della domanda interna. L’indebolimento del commercio internazionale è tra i principali punti di maggiore pressione per la leadership di Pechino, alle prese con la crisi del settore immobiliare, bassi consumi interni e una produzione in difficoltà
Fonte: Il Sole 24 Ore