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Borse, Tokyo chiude a -1,24% nonostante record S&P 500. Pechino lascia invariati i tassi
Le Borse asiatiche viaggiano in ribasso, nonostante la buona seduta di Wall Street in cui l’indice S&P 500 ha incrementato il suo record.
Le preoccupazioni per le politiche tariffarie del presidente degli Stati Uniti Donald Trump rimangono alte nelle menti degli investitori regionali. Il benchmark giapponese Nikkei 225 ha chiuso a -1,24% toccando quota 38.678,04 punti. L’indice S&P/ASX 200 australiano è sceso dell’1,4% a 8.297,60, mentre il Kospi sudcoreano ha perso quasi lo 0,5% a 2.659,22.
Cina lascia invariati i tassi, yuan sotto assedio
L’Hang Seng di Hong Kong è sceso dell’1,6% a 22.569,12, dopo che la Cina ha lasciato invariato il suo tasso di interesse di riferimento, con una mossa che si dice sia intesa a mantenere la stabilità finanziaria. Lo Shanghai Composite perde lo 0,2% a 3.345,52. «Lo yuan è sotto assedio, con deflussi di valuta estera in aumento il mese scorso mentre la retorica tariffaria di Trump ha inviato onde d’urto attraverso i mercati», ha affermato Stephen Innes, socio amministratore di SPI Asset Management.
Ieri S&P record a Wall Street
A Wall Street, ieri l’indice S&P 500 ha toccato il massimo storico il giorno prima. Il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato 71 punti, o lo 0,2%, mentre il Nasdaq composite è salito dello 0,1%.
Microsoft spinta da chip quantistico
Microsoft è stata la forza più forte che ha spinto al rialzo l’indice S&P 500. È aumentato dell’1,3% dopo aver affermato di aver sviluppato quella che definisce la prima «unità di elaborazione quantistica» al mondo, che potrebbe portare allo sviluppo di computer molto più potenti. Sebbene il guadagno sia stato relativamente modesto, le dimensioni gigantesche di Microsoft danno ai movimenti delle sue azioni un’enorme influenza sull’S&P 500 e su altri indici.
Fonte: Il Sole 24 Ore