Borse Ue caute, non basta l’intesa sul debito Usa. Milano in rosso, banche deboli

Borse Ue caute, non basta l’intesa sul debito Usa. Milano in rosso, banche deboli

(Il Sole 24 Ore Radiocor)Borse europee volatili. Dopo un avvio i rialzo, i principali indici hanno rallentato il passo, anche se l’accordo in extremis tra Democratici e Repubblicani per sospendere per due anni il tetto al debito pubblico americano (deve ancora passare al voto del Congresso) crea ottimismo. La giornata, però, è priva del riferimento di Wall Street, chiusa per il Memorial Day. E’ inoltre ferma anche la Borsa di Londra, sempre per festività. In più hanno destato preoccupazione i risultati di bilancio di alcuni gruppi industriali cinesi, che hanno pesato sulla performance delle piazze cinesi, confermando il rallentamento dell’economia della Repubblica Popolare. In aggiunta gli ultimi dati sull’inflazione americana hanno convinto gli economisti che la Federal Reserve potrebbe procedere a nuovi rialzi dei tassi, già nel mese di giugno, a dispetto delle dichiarazioni del numero uno, Jerome Powell, che aveva tracciato la possibilità di una pausa di riflessione, dopo dieci ritocchi consecutivi al rialzo del costo del denaro. La scorsa settimana, tuttavia, è emerso che l’inflazione calcolata sui prezzi al consumo (Pce), l’indice più seguito dalla stessa Fed, ad aprile è cresciuta su base annua del 4,4%, accelerando dal 4,2% di marzo (invariato), contro attese per un dato al 4,1%. La componente “core” del dato è cresciuta del 4,7% rispetto a un anno prima, contro attese per una conferma del 4,6% del mese precedente.

II FTSE MIB, partito in rialzo di circa mezzo punto percentuale, dopo circa un’ora di contrattazioni ha azzerato i guadagni, muovendosi insieme agli altri principali listini continentali. Poi è passato in territrio negativo. Lo spread è in calo in area 184 punti, mentre il rendimento delle obbligazioni a dieci anni si attesta al 4,36%. Madrid difende le posizioni, dopo il voto alle elezioni amministrative che ha visto l’affermazione della destra, che ha espugnato le città di Siviglia e Valencia e ha confermato la presa di Madrid. Intanto salgono gli indici della Borsa di Istanbul, dopo la conferma al potere del presidente, Recep Tayyip Erdogan, che ha vinto le elezioni, anche se di poco. Scivola invece la lira turca verso i minimi storici, visto che il presidente potrebbe portare avanti la politica di tassi bassi.

A Piazza Affari corre Banca Mps, sbanda Prysmian

A zavorrare l’indice milanese sono le banche, che dopo un avvio in rialzo, hanno ripiegato. Fatta eccezione per Monte dei Paschi di Siena, in rialzo, anche se sotto i minimi toccato poco dopo l’apertura (le azioni sono arrivate a salire del 3%). A riaccendere i riflettori sulla banca senese è stato il ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti, che al Festival dell’Economia di Trento, ha definito la banca come potenziale «preda ambita» e non più come un’istituzione da evitare. Per altro, ha indicato, l’obiettivo del Governo sarebbe quello di creare un terzo polo bancario per aumentare la competizione in Italia e permettere al Mef di uscire dal capitale. Tra le azioni a maggiore capitalizzazione, sono sotto osservazione le Telecom Italia nel giorno in cui si riunisce il consiglio di amministrazione della compagnia, a valle del quale potrebbero emergere novità sul gruppo. Sbandano le Prysmian, dopo che il board della società ha designato Massimo Battaini, attuale amministratore e chief operating officer, quale prossimo candidato per il ruolo di amministratore delegato, al posto di Valerio Battista, alla testa dell’azienda da circa un ventennio. L’avvicendamento, comunque, avverrà nel 2024.

Lira turca verso i minimi storici, euro in recupero

Sul valutario, l’euro recupera in parte terreno nei confronti del dollaro ed è indicato a 1,0737 da 1,0703 venerdì, quando si era attestato ai minimi da metà marzo. La moneta unica vale anche 150,67 yen (da 150,53), mentre il dollaro ritraccia dai massimi da novembre nei confronti dello yen a 140,36 (da 140,60). Debole, come detto, la lira turca dopo la conferma di Erdogan: la valuta è scesa fino a 20,05 per un dollaro, a un passo dal minimo storico di 20,06 toccato venerdì. Morgan Stanley ha avvertito che la lira turca potrebbe raggiungere i 26 dollari prima di quanto previsto e scivolare verso i 28 entro la fine dell’anno, se Erdogan dovesse attenersi alla sua politica di mantenere bassi i tassi di interesse. Wells Fargo & Co si aspetta che la valuta arrivi a 23 entro la fine del trimestre.

Sul fronte energetico, continua la marcia al rialzo del petrolio: il Wti di luglio si attesta a 73,16 (+0,67%) e il contratto di pari scadenza sul Brent segna +0,49% a 77,33 dollari.Dopo la frenata del 20% registrata la scorsa settimana, rialza la testa il gas: il contratto di giugno è pari a 26 euro al megawattora, in progresso del 6 per cento.

Fonte: Il Sole 24 Ore