Bronzino e la scuola italiana record da Sotheby’s
La serie di tre cataloghi di dipinti antichi proposti da Sotheby’s a New York il 26 gennaio ha confermato i trend del mercato in cui si distinguono due segmenti bastati sul prezzo: mentre i lavori di nomi noti raggiungono cifre multi milionarie grazie anche al sistema delle garanzie, il mercato di valore medio fatica a trovare compratori.
Sotheby’s ha fatto precedere il consueto catalogo generale da due mini-incanti di due collezioni, realizzando complessivamente 86,5 milioni di dollari, di cui la maggior parte nei primi dieci lotti della collezione Fisch Davidson (49,6 milioni di dollari), cui si aggiungono 8,1 milioni per la collezione Thelline Scheumann di dipinti olandesi, ed infine 28,6 milioni per il catalogo generale, stimato 23-34 milioni di dollari.
Ben 37,6 milioni di dollari sono dovuti ai due lotti aggiudicati oltre la soglia dei 10 milioni di dollari: i lavori di Rubens e Bronzino. Complessivamente la scuola italiana, guidata dal Bronzino del catalogo generale, ha portato quasi 30 milioni di dollari, appena sotto il contributo della pittura olandese (10 milioni di dollari) e fiamminga guidata da Rubens.
Rubens e la collezione Fisch Davidson
Il primo atto della sessione di aste è legato ad un divorzio in corso, secondo uno dei tre motivi che da sempre supportano il mercato (con decessi e debito compongono le famigerate 3D del mercato dell’arte). La collezione di dieci dipinti del Seicento, molti dei quali protetti da garanzia o della casa d’aste o di terza parte, è andata interamente venduta. A guidarla una composizione biblica drammatica della decapitazione di San Giovanni Battista e presentazione della sua testa a Salomè, grande tela di Rubens del 1609 che nonostante il soggetto violento ha trovato un compratore (forse il garante di parte terza) a quasi 27 milioni di dollari, entro la stima di 25-35 milioni, solo grazie all’aggiunta delle commissioni, cinque volte il prezzo raggiunto sotto il martello ben 25 anni fa.
Risultati milionari anche per la pittura caravaggesca italiana, con un ‘San Bartolomeo’ di Bernardo Cavallino dalle dimensioni monumentali spinto dai rilanci ben oltre la stima di 2,5-3,5 milioni per arrivare a sfiorare i 4 milioni di dollari. Sempre in ambito italiano e religioso, ma anche erotico data la posa sensuale della seminuda ‘Maria Maddalena penitente’ di Orazio Gentileschi è passata di mano a 4,8 milioni, superando la stima bassa di 4-6 milioni di dollari grazie alle commissioni. Il catalogo comprendeva anche lavori di Mattia Preti, Giulio Cesare Procaccini e il Guercino, tutti venduti alle stime basse, grazie alle commissioni per un totale di 4 milioni di dollari.
La collezione di dipinti olandesi
I 12 lavori offerti (di cui un terzo invenduti) dalla collezionista Theiline Schuemann rappresentavano una selezione dei diversi generi che la pittura olandese del Seicento ha sviluppato per il mercato della borghesia mercantile di allora. Una miniatura di Frans van Mieris il Vecchio del 1667 delle dimensioni di un foglio A4 ad olio su tavola, raffigurante una giovane donna che chiude una lettera illuminata dalla luce della candela, ha superato la stima alta di 2 milioni arrivando a 2,7 milioni di dollari con le commissioni. Una serena veduta marina di Lieve Pietersz Verschuler con una baleniera che veleggia fuori da Rotterdam ha portato a un record per l’artista a 1,1 milioni di dollari, entro la stima garantita di 800mila-1,2 milioni di dollari. Il catalogo ha complessivamente dato risultati discreti, pur non presentando alcun vero ‘masterpiece’ come decantato nel suo titolo.
Bronzino record nel catalogo generale
Si è giunti, infine, al terzo atto della vendita, il consueto catalogo generale di 53 lotti che oltre al record per il conteso Bronzino ha registrato anche diverse ombre riportando solo un 60% di lotti venduti per numero. Oltre un terzo del risultato è legato al successo del ritratto di giovane intento a scrivere, dipinto recentemente attribuito al Bronzino ed oggetto di una restituzione agli eredi di una collezionista vittima dell’Olocausto. La rarità dei suoi lavori, il soggetto gradevole e la possibilità che si tratti di un autoritratto hanno contributo a raddoppiare la stima alta di 5 milioni per fermarsi a 10,6 milioni di dollari con le commissioni, dopo una protratta serie di rilanci in sala e in remoto. I 9 milioni del ricavo senza le commissioni saranno donate per fini caritatevoli.
Altro record per la pittura italiana con il fondo oro del trecentesco fiorentino Maestro dell’Annunciazione Spinola, la cui Natività ha raggiunto 2,4 milioni di dollari, dalla stima garantita di 2-3 milioni.
Fonte: Il Sole 24 Ore