Bruxelles estende il campo delle imprese con bilancio Esg
Il Parlamento europeo, il 10 novembre, ha approvato le nuove regole sul reporting di sostenibilità (Corporate sustainability reporting directive o Csrd). Con questo atto, l’Unione Europea estende l’obbligo di rendicontazione a molte più imprese rispetto a quelle attuali. L’obiettivo è quello di aumentare la trasparenza in materia ambientale, sociale e di governance, contrastare il greenwashing e rafforzare l’impronta sostenibile dell’economia e del mercato europeo.
Le norme prescrivono una rendicontazione più completa di quella attuale, riconosciuta come carente e non in grado di soddisfare pienamente le esigenze informative degli stakeholder.
La nuova direttiva estende il perimetro di rendicontazione introducendo il cosiddetto principio di doppia materialità (double materiality), che impone sia la rappresentazione dell’impatto delle attività aziendali sull’ambiente e la società (impact materiality) sia quella degli effetti dei fattori di sostenibilità (Esg) sulla situazione economica e finanziaria dell’impresa (financial materiality). Gli
impatti finanziari vanno intesi nel contesto del reporting di sostenibilità e non vanno confusi con quelli che debbono essere rilevati nel bilancio. La loro stima implica l’esistenza di adeguati processi di valutazione, di metodologie e di modelli che spesso includono un elevato grado di incertezza e giudizio con riferimento, in particolare alle previsioni di medio e lungo termine.
Ulteriore elemento di complessità riguarda l’estensione del perimetro di rendicontazione a tutta la catena del valore, inclusa quella di fornitura. Si tratta di un potenziale superamento del confine informativo, normalmente delimitato dall’area di consolidamento, che introduce un elemento di criticità connesso alla raccolta e alla verificabilità dei dati.
La Csrd, oltre a estendere i contenuti dell’informativa non finanziaria, prevede che sia la Commissione europea, sulla base della consulenza tecnica fornita dall’EFfrag, a emanare i principi di rendicontazione di sostenibilità. La Commissione Ue adotterà la prima serie di norme (si veda anche l’intervento in questa pagina) entro giugno 2023.
L’informativa dovrà essere assoggettata a un controllo e una certificazione indipendenti per assicurare l’affidabilità dei dati divulgati. La dichiarazione sulla sostenibilità sarà equiparata a quella finanziaria e occuperà una sezione dedicata della relazione sulla gestione aziendale.
Inoltre, le relative informazioni saranno più facilmente accessibili anche per l’effetto della previsione dell’utilizzo del linguaggio Xhtml e al suo sistema di categorizzazione, ossia del formato elettronico utilizzato per le relazioni finanziarie annuali.
L’estensione soggettiva
I nuovi obblighi Ue di trasparenza sulla sostenibilità si applicheranno a tutte le grandi imprese (rimuovendo le attuali soglie) e alle Pmi quotate. Quest’ultime avranno più tempo per conformarsi alle nuove regole.
Per grande impresa si intende un soggetto che superi almeno due dei seguenti parametri: 250 occupati, un fatturato di 40 milioni di euro e un totale di bilancio di 20 milioni. Le norme si applicheranno anche alle imprese estere che generino nella Ue un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro e abbiano almeno una filiale o una succursale in quest’area.
Fonte: Il Sole 24 Ore