Btp più, raccolta da 14,9 miliardi. I tassi salgono al 2,85% e 3,7%

Btp più, raccolta da 14,9 miliardi. I tassi salgono al 2,85% e 3,7%

Al termine della settimana di collocamento il BTp Più ferma il contatore della raccolta a quota 14,91 miliardi, un paio di miliardi meno rispetto al record del BTp Valore ma quattro sopra l’ultima emissione realizzata fin qui nel filone intitolato al “Valore”. E soprattutto aggiorna le cedole rispetto ai minimi garantiti comunicati venerdì scorso. Il primo titolo di Stato destinato per piccoli investitori con opzione put, che permette l’uscita con rimborso integrale del capitale dopo quattro anni, offrirà infatti un rendimento annuo del 2,85% nel primo quadriennio, e del 3,7% nel secondo.

La revisione al rialzo

In entrambi i casi, la revisione al rialzo rispetto alle indicazioni della vigilia è di 10 punti base, e serve a costruire in particolare per la prima metà della vita del titolo un premio intorno allo 0,15% rispetto ai titoli di stato ordinari a quattro anni. Con i nuovi valori comunicati ieri dal Tesoro, il rendimento medio negli otto anni per chi resterà fedele all’acquisto fino alla scadenza sale intorno al 3,3%. Ma la struttura particolare del BTp Più, sostanzialmente divisa in due periodi uguali per chi l’ha comprato in questi giorni di emissione, richiede un confronto diverso, parametrato sui bond governativi quadriennali. Ora il premio è appunto intorno ai 15 punti base, per il secondo tempo della vita del titolo i conti si faranno a inizio 2029.

L’opzione di uscita

Fra il 29 gennaio e il 16 febbraio di quell’anno si presenterà poi l’opzione di uscita con rimborso integrale del capitale investito, riservata a chi ha acquistato il BTp Più questa settimana nel corso dell’offerta del Tesoro. Sorti e convenienza dell’opzione dipenderanno naturalmente dall’andamento dei tassi e quindi delle quotazioni del titolo. Se i rendimenti proseguiranno nella discesa che pure fra mille incertezze si prospetta per i prossimi mesi, la quotazione sopra la pari cancellerà l’appeal della possibilità di uscita a 100. Al momento, proprio in virtù della discesa dei tassi dai picchi raggiunti nel 2023 per tamponare l’inflazione, tutti e quattro i BTp Valore emessi fin qui viaggiano sopra quota 100. Ma quattro anni, soprattutto in fasi percorse come questa da un’infinità di variabili internazionali che moltiplicano il rischio di volatilità, sono decisamente tanti per fare scommesse fondate. E in questo scenario l’opzione rappresenta un’arma in più che può tornare utile. Per il resto, il BTp più sarà ovviamente scambiabile sul mercato secondario, esattamente come tutti gli altri titoli di Stato italiani che hanno nell’alta liquidità una delle loro caratteristiche principali.

La raccolta

Sulla raccolta, i numeri macinati questa settimana confermano l’intensità della domanda di titoli governativi su misura da parte di risparmiatori e famiglie italiane, al di là delle oscillazioni nel confronto con i precedenti che rappresentano una curiosità statistica più che un dato sostanziale. In questo caso, a favorire l’ultimo arrivato nel filone del “Valore” sono stati due fattori: l’assenza, nel 2024, del consueto appuntamento d’autunno con l’emissione retail e soprattutto una struttura dei tassi che grazie a un meccanismo step up pronunciato prova ad andare in decisa controtendenza rispetto alla dinamica generale dei tassi.

Fonte: Il Sole 24 Ore