Butti: «Investito 1 miliardo nelle start up, ora sviluppare la partecipazione dei privati»

Butti: «Investito 1 miliardo nelle start up, ora sviluppare la partecipazione dei privati»

«Abbiamo pensato di elaborare un disegno di legge e abbiamo investito 1 miliardo di fondi pubblici per lo sviluppo e l’assistenza alle start up e per l’individuazione di un campione nazionale. È chiaro che non basta, anche se in questo modo l’Italia è stabilmente sul podio europeo per quanto riguarda i finanziamenti pubblici. Occorre infatti sviluppare anche la partecipazione dei privati, e su questo il parlamento sta già interrogandosi su quale possa essere lo strumento migliore. Probabilmente una fondazione, ma non voglio impiccarmi al nome».

Lo ha detto Alessio Butti, sottosegretario all’Innovazione tecnologica e transizione digitale del governo Meloni, durante l’evento AI Transition 2024. «Bisogna mettere nella condizione i privati, le start up che esistono e altre aziende italiane che stanno facendo cose mirabili per quanto riguarda l’AI di rimanere qui, di fare qui ricerca, produzione e immissione sul mercato dei loro prodotti».

Quanto alla regolamentazione, l’AI Act europeo «è sicuramente il primo regolamento al mondo e ha una visione che il governo italiano condivide molto. Dal nostro punto di vista, qualche regola è fondamentale metterla: soprattutto quando non si conosce bene il punto di caduta di una tecnologia, cominciamo a dire che qualche vincolo te lo diamo noi». Anche solo per sensibilizzare individui e imprese sui rischi connessi alla sicurezza dei dati e alla capacità della AI generativa di scrivere codice malevolo o di presidiare e gestire intere catene di attacchi informatici, rendendo più efficienti aspetti molto distruttivi tipo malware e virus polimorfi di cui ha parlato, durante la prima giornata del summit, Nunzia Ciardi, vicedirettore generale Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

Insomma se per Butti è questa la vera ratio dell’AI act, darsi della regole intelligenti, «poi però dobbiamo essere noi a dare una spinta forte alla competitività perché condivido anche il pensiero che l’Europa è campione del mondo nel regolare ma un po’ meno proattiva quando deve investire e soprattutto portare a termine dei progetti», ammette il sottosegretario.

Prima di Butti, era già intervenuto Roberto Viola, director general for Communications networks, content and technology (Cnect) della Commissione europea, difendendo orgogliosamente la via continentale all’AI.

Fonte: Il Sole 24 Ore