Caccia ai falsi pensionati all’estero, l’Inps fa scattare la «fase due»

Caccia ai falsi pensionati all’estero, l’Inps fa scattare la «fase due»

Prosegue la caccia alle pensioni indebitamente percepite da italiani residenti all’estero. L’Inps fa scattare la seconda fase dell’accertamento dell’esistenza in vita per gli anni 2024 e 2025 di beneficiari di pensioni che riscuotono gli assegni in Europa, Africa e Oceania, con l’esclusione dei Paesi scandinavi e di quelli dell’est Europa già interessati dalla prima fase, riferita al solo 2024. Che si è svolta tra marzo e luglio di quest’anno e che ha riguardato i pensionati con residenza in America, Asia e Estremo Oriente. Vediamo in che modo l’Istituto guidato da Gabriele Fava proseguirà la ricognizione e le verifiche per controllore se i titolari dei trattamenti sono ancora in vita, e quindi aventi diritto alla pensione, o deceduti.

Il via operativo alla seconda fase di accertamento il 20 settembre 2024

L’Inps fa sapere che dal 20 settembre 2024 Citibank N.A. curerà la spedizione delle richieste di attestazione dell’esistenza in vita ai pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania – ad esclusione dei Paesi scandinavi e dei Paesi dell’est Europa già interessati dalla prima fase – da restituire alla Banca entro il 10 gennaio 2025. L’ente specifica che, qualora l’attestazione non sia prodotta, «il pagamento della rata di febbraio 2025, laddove possibile, avverrà in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza e, in caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro il 19 febbraio 2025, il pagamento delle pensioni sarà sospeso a partire dalla rata di marzo 2025».

La verifica

La procedura per gli accertamenti è già definita. Per ridurre il rischio di pagamenti di prestazioni dopo la morte del beneficiario, alcuni pensionati potranno essere interessati dalla verifica generalizzata dell’esistenza in vita, indipendentemente dalla propria area geografica di residenza o domicilio. Per razionalizzare lo svolgimento dell’attività di verifica in un’ottica di semplificazione amministrativa, sono esclusi dall’accertamento alcuni gruppi di pensionati quali, ad esempio, quelli che risiedono in Paesi in cui operano istituzioni con le quali l’Inps ha stipulato accordi di collaborazione per lo scambio telematico di informazioni sul decesso dei pensionati comuni.

Come il pensionato può fornire la prova dell’esistenza in vita

L’Inps sottolinea che i pensionati italiani residenti nei Paesi interessati dalla seconda fase di accertamenti possono fornire la prova di esistenza in vita con le seguenti modalità: inviando il modulo di attestazione dell’esistenza in vita alla casella postale PO Box 4873, Worthing BN99 3BG, United Kingdom. Questo modulo dovrà essere restituito a Citibank N.A. controfirmato da un “testimone accettabile”, ossia da un rappresentante di un’Ambasciata o di un Consolato Italiano o da un’Autorità locale abilitata ad avallare la sottoscrizione dell’attestazione; attraverso operatori di Patronato aventi la qualifica di “testimoni accettabili”, autorizzati ad accedere al portale predisposto da Citibank N.A. al fine di attestare telematicamente l’esistenza in vita dei pensionati; riscuotendo personalmente la pensione presso gli sportelli Western Union. L’Istituto ricorda che è attivo il servizio di supporto della Banca per pensionati, funzionari delle Rappresentanze diplomatiche, Patronati, delegati e procuratori che necessitino di assistenza riguardo alla procedura di attestazione dell’esistenza in vita.

Fonte: Il Sole 24 Ore