Calcio, un rito che «cattura» sette italiani su 10 (e 4 milioni al bar)

Sette italiani su dieci seguono il calcio. Ancora tanti – anche oggi in tempo di allways on, del sempre connessi e della moltiplicazione degli schermi – si concedono (per necessità o preferendolo) il rito collettivo della visione al bar: 4 milioni di persone almeno, vale a dire il 15% degli amanti del football. Ma l’attenzione di chi segue partite (con il prima e dopo) è sempre molto alta. Anzi più alta che negli altri programmi. E tutto questo, si sa, rappresenta il Santo Graal per i pubblicitari.

Sono i risultati cui arriva il progetto di ricerca promosso da Omnicom Media Group in collaborazione con Lega Serie A. L’obiettivo era indagare l’ecosistema del calcio per capire come funziona l’attenzione alla pubblicità durante la fruizione di contenuti calcistici.

L’attenzione generata e il ricordo pubblicitario

Si tratta della prima declinazione pratica di Beyond Visual Attention, progetto di Omg che ha integrato machine learning, AI e neuroscienze per misurare l’attenzione agli stimoli pubblicitari.Un progetto partito un anno fa. La sfida è quella di concettualizzare e misurare l’attenzione in modo nuovo e considerare che viewability e attenzione sono concetti differenti. Tant’è calla ricerca “Beyond Visual Attention: quando la comunicazione fa goal” ha partecipato – oltre ad Annalect (divisione di Omg), Ipsos e K2 – anche Ainem (Associazione Italiana Neuro Marketing). Il risultato finale è così derivante da un’analisi neuroscientifica in laboratorio a cura di Ainem e da un’analisi comportamentale in contesto naturale.

«Sono particolarmente orgoglioso di questo nuovo step del progetto Beyond Visual Attention, che ci ha permesso di studiare un ambito così articolato e così amato come quello del calcio, con un partner di eccellenza come Lega Serie A», dichiara Marco Girelli, ceo di Omnicom Media Group. «Il calcio si conferma il contenuto più efficace per catturare l’attenzione dei comunicatori e i risultati dimostrano come continui a essere un linguaggio universale, compreso da tutte le generazioni», afferma dal canto suo l’amministratore delegato della Serie A, Luigi De Siervo. «Dobbiamo cercare di mantenere il calcio – aggiunge – come il contenuto principale della dieta mediatica degli italiani».

Una passione che attraversa i media

La ricerca, condotta su un campione di 4.000 italiani maggiorenni, indica che il 69% segue il calcio: si tratta di 34 milioni di persone. Il linguaggio è comunque trasversale alle generazioni che utilizzano i diversi media con modalità differenti anche se YouTube, radio e siti web e siti di giornali sono i canali più utilizzati. Tra tutti i mezzi continua ad avere un peso specifico importante la TV dove la fruizione di contenuti calcistici è dell’82%, usata per condividere la passione con familiari e amici. Seguono i social media che raccolgono il 61% del pubblico interessato al calcio

Fonte: Il Sole 24 Ore