Calzature, prosegue il calo di export e fatturato. Tiene il lusso, diminuiscono gli acquisti degli italiani
Fuori dai confini dell’Unione europea spicca anzitutto il dimezzamento ulteriore (-53,4%, con un -36,7% in volume) dei flussi diretti in Svizzera, da sempre tradizionale snodo logistico-distributivo delle multinazionali del fashion, scesa al quarto posto delle destinazioni in valore: gran parte del transito negli hub elvetici è stato sostituito da spedizioni dirette ai mercati finali.
La crescita dell’export in valore verso il Far East (+4,3%) e il Medio Oriente (+14,1%) – dove più forte è tradizionalmente la presenza delle griffe, uniche macroaree a sperimentare un incremento rispetto al 2023, va letta anche alla luce di queste dinamiche. In Estremo Oriente, in particolare, bene Cina (+10,8% in valore e +17,8% in quantità) e Hong Kong (+26% in valore e +4,9% in volume, che resta però distante dalle paia 2019 pre-Covid). Tiene il Giappone (-0,9%, con un +3,1% in quantità), mentre la Sud Corea registra brusche flessioni (nell’ordine del -30%).
In Medio Oriente gli Emirati Arabi crescono del 34,4% in valore, pur cedendo il 4,5% in volume. Nel continente americano, riduzioni simili in valore hanno interessato sia gli Stati Uniti (-8,8%) che il Canada (-7,2%). Per il Regno Unito -6,1% in valore. In merito ai paesi dell’ex blocco sovietico, si registra un calo delle vendite in Russia (-22,4% in valore e -17,8% in paia), mentre l’Ucraina recupera sì in valore (+21%), ma a fronte di un arretramento dell’11% in volume.
Nella lettura di tali cifre vanno comunque considerate le distorsioni legate alla possibile discrepanza tra provincia/regione di produzione e quella di spedizione. Nel primo trimestre evidenziano un andamento positivo solo Emilia-Romagna e Piemonte. In entrambi i casi, però, sia il +0,3% della prima (dovuto all’exploit di Piacenza, che ha raddoppiato i flussi rispetto a gennaio-marzo 2023, +100,7%) che il più sostenuto +23,9% della seconda (ottenuto grazie al +57,2% di Novara e al +23,7% di Vercelli) sono legati alla presenza sul territorio, come anticipato, di insediamenti logistici rilevanti che effettuano spedizioni all’estero di merci prodotte altrove.
In linea con la media nazionale la flessione dell’export dalla Lombardia (-10,8% sui primi 3 mesi 2023), che guida la graduatoria per regione davanti al Veneto (-14,8%, che copre da sola ben il 40% dei flussi verso la Francia, in calo del -6,9% ma sempre prima destinazione regionale) e alla Toscana (-19,7%, che ha registrato un crollo del -82% dei flussi diretti in Svizzera). Al quarto posto le Marche (-8,9% nel complesso, con -7,7% a Fermo, -5% a Macerata e un arretramento decisamente più pesante per Ascoli Piceno, che ha perso il -21,7%). Puglia (settima) e Campania (ottava) mostrano anch’esse decrementi, ma abbastanza contenuti (-5,9% e -2,9% rispettivamente).
Fonte: Il Sole 24 Ore