Camper sharing, Yescapa auspica la liberalizzazione

Perché usare il camper 3 o 4 settimane l’anno e tenere immobilizzato quel piccolo capitale? Una possibile soluzione sarebbe il camper sharing sennonché la normativa italiana limita la possibilità di locazione dei veicoli ricreativi solo a coloro che svolgono l’attività di noleggio a breve termine come impresa, con l’iscrizione nel registro delle imprese e veicoli classificati a uso noleggio. Un privato potrebbe ricorrere, per esempio, al “comodato d’uso”. In quest’ottica di semplificare il noleggio tra privati andrebbe introdotto un regime fiscale ad hoc, che esenti i piccoli guadagni realizzati dalla condivisione dei camper.

«Un intervento per rimuovere i limiti alla locazione tra privati dei camper in Italia è auspicabile per due ragioni – spiega Dario Femiani, country manager Italy di Yescapa, piattaforma europea leader nel camper sharing -. Da una parte non esiste un motivo giuridico che giustifichi il divieto di sfruttare liberamente la proprietà privata, dall’altra il camper sharing rappresenta una nicchia che merita tutela, in quanto collegata a diversi altri settori di mercato. E per risolvere la questione, è indispensabile distinguere chi noleggia il camper per professione e chi, come privato, desidera affittare il proprio per coprire, per esempio, i costi di gestione e manutenzione. Rischiamo di perdere un’ottima opportunità per promuovere un turismo sostenibile e itinerante, capace di decongestionare le città e favorire la scoperta delle aree meno battute d’Italia». Il prezzo di un camper nuovo oscilla da un minimo di 50mila euro e può superare i 150mila euro mentre per un veicolo usato i prezzi oscillano tra i 20mila e i 100mila euro. Da aggiungere poi i costi di rimessaggio, manutenzione, assicurazione.

Secondo i dati di Yescapa nel 2024 oltre 100mila italiani erano interessati a trascorrere una vacanza itinerante ma di questi il 60% ha dovuto rinunciare per mancanza di veicoli con un danno economico per il turismo e i settori correlati come la ristorazione e le attività locali, ma anche per l’industria della produzione dei camper. Al momento in Italia solo lo 0,8% dell’intero parco circolante, stimato in circa 250mila veicoli, è disponibile su piattaforme di camper sharing. Ben diversi i numeri negli altri paesi europei: in Portogallo il 20% dei proprietari di camper noleggia il proprio mezzo tramite piattaforme; in Spagna il 6,5%, in Olanda il 3,8%. Il mercato c’è ma mancano i veicoli per soddisfare la domanda. I dati, dunque, parlano di un potenziale alto per il settore, ma non soddisfatto, sollevando diverse riflessioni sulle tendenze di mercato e sull’impatto economico del camper sharing in Italia. L’Istituto Bruno Leoni ha condotto lo studio «Mi camper es tu camper», evidenziando la necessità di una nuova normativa in Italia per sfruttare questa risorsa ancora inesplorata. «Stabilire limiti al numero di camper in locazione, ai giorni di utilizzo e ai ricavi complessivi mira a distinguere chiaramente tra attività occasionale e professionale – commentano Carlo Stagnaro e Benedetta Auricchio, autori dello studio -. Questo approccio permette ai privati di sfruttare i propri mezzi in modo non professionale, come avviene con i natanti, e aiuta a mantenere la chiarezza fiscale e normativa. Attualmente, le restrizioni normative limitano la condivisione dei camper senza una giustificazione valida, impedendo sia l’uso ottimale dei veicoli che l’espansione di un segmento turistico vantaggioso, e solo una liberalizzazione della condivisione dei camper porterebbe benefici significativi al turismo e ai cittadini, oltre che all’industria del settore e all’ambiente».

Il modello normativo a cui ispirarsi, secondo Yescapa, è quello del noleggio occasionale di imbarcazioni da diporto regolamentato dal Codice della nautica da diporto modificato nel 2012 che permette ai proprietari, anche non professionisti, di noleggiare le proprie imbarcazioni, incentivando il turismo nautico. Questa normativa rappresenta un precedente utile, poiché consente ai privati di sfruttare i propri beni per un uso non commerciale e disciplina aspetti come il contratto di noleggio e l’assicurazione, temi rilevanti per eventuali regolamentazioni anche nel settore del camper sharing. «Abbiamo tanto da guadagnare e nulla da perdere: una liberalizzazione del camper sharing potrebbe dare un impulso significativo al turismo outdoor in Italia, contribuendo al contempo alla diversificazione dell’offerta turistica e, non per ultimo, alla sostenibilità ambientale. Accrescere il parco veicoli significa supportare l’industria del settore, spingendo l’acquisto e la produzione di nuovi camper e contribuire all’ammodernamento del parco circolante un elemento non trascurabile dal momento che più della metà dei mezzi in circolazione appartiene a classi Euro 0-3» segnalano Carlo Stagnaro e Benedetta Auricchio.

Fonte: Il Sole 24 Ore